SO cap 5

 

Guardai fuori dopo aver asciugato, con la manica del pigiama,
la condensa sulla finestra.
Era ancora buio fuori, ma da casa mia riuscivo a vedere tutta la città innevata.
A giudicare dall’aspetto, doveva esserci molto freddo, ma il mio
corpo era caldo. I corpi dei bambini sono ottimi per questo.

Era ancora mattina presto, non c’era nessuno per strada, non si sentiva
nessun suono. Tutto ciò che si muoveva fuori era la neve,
scendeva a un ritmo regolare. Tutto ciò faceva sembrare il mio respiro
e il fruscio dei miei vestiti insolitamente rumoroso.

Rovistando nella busta svegliai mia sorella che dormiva nel letto
di sotto, che iniziò a strisciare da sotto le coperte.
Mi appesi alla testata del letto, per ossevare la mia sorella di sette anni fa.
Si voltò lentamente verso l’orso di peluche nel letto e gridò “Yaaay!”
con un leggero ritardo.

Lunghi capelli neri, bocca rotonda e grandi occhi con giusto
un pizzico di colore.
Ah già, mia sorella una volta era cosi, pensai nostalgicamente.
Camminava sempre qualche metro dietro di me, chiamandomi “Fratellone, fratellone!”
In un certo senso, questo è il periodo in cui era più carina.
Ovviamente, è rimasta un’ottima sorellina anche dieci anni dopo,
quello non è cambiato.
Il fatto è, con il tempo, non ha più avuto bisogno del mio aiuto.
Buono per lei, ma c’è da chiedersi se la tua sorella non sia troppo capace.

Mi buttai, dal letto, sopra il tappeto per poi sedermi sul letto di mia sorella.
Mentre lei era ancora incantata dal suo orso di peluche, le dissi “Ehy.”

“Tuo fratello è appena tornato da dieci anni nel futuro.”

Ancora assonnata, si mise a ridere “Ben tornato!”
Mi piaceva quella risposta e le dissi “È bello essere tornato”,
strofinando la sua testa.
Mia sorella, guardò in basso e sorrise in silenzio,
così feci la stessa cosa il suo orso.
Non ero tipo da fare certe cose dieci anni fa, quindi poteva sembrare strano.
Così mi chiesi cosa avessi dovuto dirle.

Volevo aprire il mio cuore con qualcuno, raccontargli del brillante piano
che avevo sviluppato.
Avevo voglia di qualcuno che ascoltasse la mia strana storia,
la voglia di ricreare la mia prima vita. E mia sorella sembrava un’ottima scelta
per farlo. Era piccola e non avrebbe capito una parola di quello che le
avrei detto, e se ne sarebbe dimenticata dopo poco.

Dissi a mia sorella, che sedeva di fronte a me con l’orso sulle sue gambe.

“So degli errori che andrò a commettere e so anche cosa dovrei fare.
A dirla tutta, a partire da ora potrei diventare un prodigio o diventare ricco.
Diamine, potrei pure diventare un qualche tipo di profeta o messia.”

“…Ma sai, non voglio cambiare nulla. Per me andrebbe bene se
potessi semplicemente riavere la mia vecchia vita.”

Mi guardò confusa, con il suo orsetto nelle mani.
“Non ti capisco.” rispose onestamente.

“Non ne avevo dubbi.” risposi.

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