SO cap 26


Capitolo 26

Una notte, circa un mese dopo che ho iniziato a fantasticare felicemente il mio progetto omicidio del mio Doppelganger e il pedinamemto diTokiwa, mia sorella era venuta da sola nel mio appartamento.
Sì, la stessa sorellina che avrebbe dovuto odiarmi.

La prima neve della stagione aveva appena iniziato a cadere quel giorno. Non molto tempo dopo essere uscito dal bagno, sentivo abbastanza freddo, così ho acceso la stufa per la prima volta quell’inverno. Dopo essere stato ignorato per mesi, ha rilascisto un po’di polvere per alcuni minuti dopo averlo acceso.
Poi, a poco a poco, l’aria calda cominciò a uscire, e il dolce odore di olio di lampada riempì la stanza.

Mentre mi rannicchiavo davanti alla stufa per riscaldarmi, suonò il campanello. Guardai l’orologio: erano le 21 di sera.
Chi potrebbe essere a quest’ora? Non avevo amici che mi visitassero, forse qualcuno ha premuto la stanza sbagliata?
Il campanello suonò di nuovo. Normalmente, lo ignorerei, ma ero un po’ strano quel giorno.
Mi sono guardato allo specchio, mi sono precipitato nell’ingresso e ho aperto la porta.

Forse desideravo solo vedere qualcuno. Non importava se fosse un errore o meno; solo avere qualcuno dietro la mia porta mi aveva reso felice.
Quindi pensai di scambiare solo alcune parole prima che se ne andasse.

E invece, era mia sorella alla porta.
Ero confuso. La prima cosa che mi venne in mente fu che qualcosa di terribile fosse successo a qualcuno a casa.
Come nostro padre che fosse morto in un incidente in bici, o nostra madre fosse tornata a casa. E che era venuta a dirmelo.
Quando vivi una vita in cui non hai cose buone per così tanto tempo, inizi a pensare che avrai sempre cattive notizie.

Tl: confermo.

Mia sorella, con solo un’uniforme con sopra un cardigan, fece un respiro gelido e parlò, senza guardarmi.
“Lasciami stare qui per un po’.”
Chiesi se le fosse successo qualcosa a casa, e lei mi disse solo “Non è successo niente” mentre entrava nell’appartamento.

Accartocciò il viso per il cattivo odore provocato da tutte le bottiglie e lattine vuote, i vestiti non lavati e le sigarette, e cominciò ad aprire tutte le finestre che avevo chiuso per tenere caldo l’appartamento.
Il fatto che stesse già ripulendo le cose da quelle parti aveva chiarito che intendeva rimanere per un po ‘.

Sapevo che a differenza della mia prima sorella, non era il tipo che aveva bisogno dell’aiuto di suo fratello per prendersi cura di se stessa.
Ero sicuro che la grande borsa di Boston che portava sulle spalle era piena di cambi di vestiti e tutto il resto.

Prima di tutto, feci bere a mia sorella qualcosa di caldo, sapendo che fuori faceva freddo.
Mentre lei sistemava i vestiti che avevo lasciato sparsi per la stanza, riempì una tazza di acqua calda e lo mescolai con abbondante polvere di cacao. Amava le bevande dolci come quelle.
Prese la cioccolata calda con entrambe le mani e lentamente la sorseggiò. Mentre guardavo, pensai a cosa dire dopo. Lei scrutò nella tazza.

Per essere sincero, non volevo necessariamente sapere perché era venuta mia sorella. Era sicuramente una conversazione noiosa.
Alcune persone potrebbero considerarlo un dovere del fratello maggiore ascoltarla comunque, ma io non ero dell’umore giusto per adempiere a quel dovere.
Ero così occupato a pensare ai miei affari che non avevo assolutamente alcun desiderio di infilare il naso in quelli degli altri.

Mia sorella doveva aspettarsi che le avrei chiesto perché era venuta per prima cosa. Sembrava insoddisfatta di come non avessi fatto una sola domanda al riguardo. Incrociammo lo sguardo. Disse: “Dai, chiedimi qualcosa”.
Incapace di sopportare la pressione, chiesi a malincuore.

“Honoka, non è ancora la pausa invernale, giusto?”
“Sì. Ma io non voglio stare in quella casa ” rispose lei.

Aha. In altre parole, stai scappando di casa, pensai – ma non lo dissi. Avevo la sensazione che chiamarla avrebbe fatto arrabbiare la ragazza.
La mia seconda sorella odiava davveroble frasi idiote come quella che la descrivevano.

Tl: seconda intendo quello della seconda vita.

Ma fu sorprendente. Non era qualcosa che mi sarei aspettato che lei facesse.
Anche se le cose non erano felici a casa, lei non sembrava la tipa che facesse qualcosa di inutile come scappare.
Stava solo mettendo la distanza tra lei e le cose cattive, aspettando che il peggio passasse – non era mia sorella.
Doveva essere successo qualcosa di veramente terribile, pensai con ansia, poi rapidamente mi riposi nella mia mente.

Niente a che fare con me, mi dissi. Certo, non era vero, ma ero assorbito dai miei problemi.

“Come sei arrivato qui, comunque?”, Chiesi. Lei rispose “importa?”
Aveva ragione, però. Non m’ importava davvero. L’avevo solo chiesto per arrivare al nocciolo della questione.

“Stanza sporca” disse lei, guardandosi attorno. Era un’esperta nel giudicare suo fratello. “E il tuo gusto fa schifo.”

“Vattene se non ti piace.” Risposi altrettanto tipicamente.

“Non l’ho detto.”

“Quindi è sporco e il mio gusto fa schifo, ma non lo odi?”
“Giusto. Puzzolente, sporco, brutto, ma non ho detto che lo odio. ”

La mia prima sorella lo avrebbe ripulito senza una parola e preparato del cibo gustoso per entrambi.
La mia sorella non vorrebbe davvero venire da me. Come me, probabilmente non aveva molti amici, quindi questa era la sua unica opzione per scappare.

Le vacanze invernali non erano ancora iniziate, quindi pensai che non sarebbe rimasta a lungo. Anche così, era una seccatura e mi chiedevo se potevo farla andare via prima.
Ma non avevo il coraggio di essere duro con lei. La seconda volta ero un vigliacco assoluto.
E la mia seconda sorella era stata piuttosto spaventosa da avvicinare. Aveva sempre una rabbia acuta e mite in lei. Tl: ossimoro in somma
Era come un pallone che dovevo fare molta attenzione a non far scoppiare, e mi faceva ribollire lo stomaco.

Ero impotente a impedire a mia sorella di spostare le cose nel mio appartamento, così presi un futon dall’armadio per lei. Proprio in quel momento, uscì dal bagno, si mise il pigiama e si asciugò i capelli. Quando vide il futon e il letto, scelse senza esitazione il letto dopo due secondi.
Era già convinta che fosse la sua stanza.

A malincuore entrai nel futon e chiesi, “Per quanto tempo hai intenzione di rimanere qui?”
“Non so” disse, tirando su le coperte.

E così iniziammo a vivere insieme, in un modo molto teso.


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