Madan vol2 cap 1

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CAPITOLO 1: Sognando un lontano giorno

Teita si sveglio che era ancora notte, poco prima che il sole sorgesse.

Dopo essersi lavata la faccia con l’acqua preparata la sera prima, si legò i lunghi capelli castani in due code di cavallo come al solito. Dopo aver aperto le saracinesche della magione, cominciò a fare pulizia in cucina e nella sala da pranzo.

Dopo aver indossato la sua uniforme da cameriera, preparò velocemente la colazione.

“E’ quasi il momento di svegliarlo.”

Con il sole del mattino che ora passava attraverso la finestra della cucina, Teita andò davanti allo specchio e indossò il grembiule mentre era intenta a pensare al Lord che serviva. Naturalmente, iniziò a sorridere.

“—Buongiorno Tigre-sama!”

Benissimo, è perfetto così.

Teita sollevo leggermente la gonna e iniziò a salire le scale. Si stava dirigendo verso una stanza nella parte più interna del secondo piano. Teita si sentiva in dovere di svegliare quest’ uomo, altrimenti avrebbe potuto dormire tutto il giorno se non aveva impegni di cui occuparsi.

“Se non lo faccio io, chi sveglierebbe Tigre-sama.”

Tigrevurmud Vorn era il nome del Lord che Teita serviva.

Era un nome stravagante ma alla persona in questione sembrava piacere, ma per quelli intimi con lui, risultava più facile chiamarlo semplicemente Tigre.

Sin da quando si erano conosciuti da piccoli, Teita non aveva mai badato molto alle formalità continuando a chiamarlo Tigre-sama.

“E’ stato sveglio fino a tardi ieri notte, probabilmente resterebbe a letto fino metà giornata… ma devo comunque svegliarlo.”

Mentre era immersa nei suoi pensieri, arrivò di fronte alla stanza di Tigre. Dopo aver fatto un paio di profondi respiri, Teita bussò. Dopo aver confermato che non c’era alcuna reazione, aprì lentamente la porta.

Una spada luccicante era puntata contro Tigre che dormiva.

“Tigre-sama…!”

Diventò pallida dopo averlo chiamato. Teita si avvicinò velocemente per vedere chi era la persona che era curva sopra di Tigre, era come se lo stesse abbracciando mentre gli puntava contro la spada.

Indossava un abito blu e aveva dei lunghi e bellissimi capelli argentati che scendevano fino la vita; una ragazza bellissima. Guardò Teita sorpresa.

“T–tu…Co–cosa,cosa stai facendo…!”

La voce di Teita tremava dalla sorpresa e dalla rabbia. La ragazza dai capelli argentati rinfoderò la spada presa dal panico.

“No, scusa. Non volevo minacciarlo o altro.”

“Quindi quali erano le tue intenzioni? Ma sopratutto, come sei entrata?”

“Da là.”

La ragazza dai capelli argentati indicò la finestra, che era completamente aperta. Incrociò le braccia e cominciò a fornire una spiegazione.

“Non voleva svegliarsi, non importa quante volte abbia provato a chiamarlo, dopo mi sono ricordata che si era svegliato una volta dopo che gli infilarono una spada in bocca. Mi stavo domandando, se aveva una qualche genere di reazione se gli si puntava contro una spada…Beh, mi stavo anche divertendo se devo dirla tutta.”

Verso la fine, le parole divennero inarticolate vedendo il modo in cui Teita la guardava, aveva gli occhi pieni di lacrime. La ragazza dai capelli argentati divenne imbarazzata.

“Non avevo intenzione di ferirlo, era solo uno scherzo innocente”

“Anche se non volevi farlo, avresti comunque potuto ferirlo!”

null

In effetti, non aveva tutti i torti. La ragazza quindi non parlò più.

In quel momento, dopo aver sentito Teita, il ragazzo cominciò a svegliarsi.

“…Teita?”

Sentendo una voce che le solleticava l’orecchio, Teita si allontanò velocemente.

Tigre si alzò, aveva tutti i capelli spettinati. Dopo aver guardato le due ragazze che lo circondavano, spostò lo sguardo verso la finestra aperta.

Mentre guardava il cielo azzurro illuminato dal sole del mattino, una fresca brezza accarezzò i capelli dei tre.

“Cos’è tutta questa confusione? E’ ancora mattino.”

“Forse volevi dire che è già mattino.”

Teita gli rispose fermamente, aveva il viso tutto arrossato. Tigre che non aveva notato l’atmosfera tra le due, si guardò attorno come se non avesse altra scelta se non di alzarsi. La ragazza dai capelli argentati lo guardava imbarazzata.

“Cosa succede Ellen?”

“Nulla, è che…”

Teita cominciò a spiegargli la situazione al posto di Ellen. Una volta terminata, Tigre annui e guardò Ellen sorridendole.

“Sembra tu abbia visto un mio lato problematico.”

“Indubbiamente.”

“Tigre-sama!”

Teita si mise ad urlare, i due di riflesso si coprirono. Era un comportamento maturo, come quello di una madre che sgrida due bambini.

Tigre,Teita ed Ellen si sedettero a tavola in soggiorno.

Sul tavolo c’era pane, latte, una zuppa con pesce affumicato, della carne tagliata finemente e uova bollite.

Ellen si sedette al tavolo come se fosse naturale farlo. Teita avrebbe voluto dirle”Non ne ho preparato a sufficienza anche per te” ma educatamente rimase in silenzio.

Anche se la situazione non le piaceva, questa ragazza era un’ ospite di Tigre. Come cameriera, non poteva farlo vergognare.

—Le darò del riso mentre mangiamo.

Fino ad ora, durante i pasti erano solo loro due. Avrebbe voluto tornare a quei giorni, ai giorni prima che partisse per Dinant.

“Quindi mangi i tuoi pasti assieme alla tua cameriera.”

Ellen glielo chiese sorpresa, mentre teneva un pezzo di pane in mano.

“Teita ed io siamo gli unici a vivere qui. Sarebbe problematico se mangiassimo separatamente, in più è meglio poter fare due chiacchiere, specialmente perché Teita si occupa di tutti i lavori domestici per me.”

“Sei veramente una ragazza indaffarata.”

“Ci sono abituata.”

Ellen la guardò con ammirazione. Teita dopo un veloce inchino diede una breve risposta.

“A proposito, cosa volevi dirmi di così urgente?”

Tigre cominciò a parlare mentre sorseggiava la zuppa. Ellen gli rispose dopo aver preso un sorso di vino.

“Sto’ per andarmene. Volevo sapere i tuoi piani futuri.”

“Futuri dici…”

Le mani di Tigre si fermarono e cominciò a fissare il tavolo.

Tigre era un aristocratico di Brune. Aveva perso il padre due anni fa e ne aveva ereditato il titolo assieme alla terra di Alsace.

Durante la battaglia di Dinant, divenne prigioniero di guerra di una delle Vanadis di Zhcted, Eleanora Viltaria–Ellen. Quando venne a sapere che Thenardier, un potente nobile di Brune, voleva radere al suolo Alsace, le chiese aiuto e fece ritorno.

Tre giorni fa, Tigre sconfisse le forze del Duca. Quella notte i soldati e i suoi uomini si immersero nei festeggiamenti per la vittoria.

Il giorno dopo, quindi due giorni fa, le cose cambiarono radicalmente.

I morti furono seppelliti e furono celebrati i funerali. C’erano persone che giravano per la città, cercando di ricostruire ciò che era stato bruciato.

Non erano solo le persone di Alsace, ma anche i soldati sotto il comando di Ellen. Anche se erano riusciti a salvare la maggior parte degli edifici, la ricostruzione finì solo la scorsa notte.

Oggi, doveva pensare a cosa avrebbe fatto in futuro.

—Il Duca Thenardier verrà sicuramente dato che ho ucciso Zaien.

Il generale dell’armata che aveva attaccato Alsace era Zaien Thenardier. Era il figlio del Duca e il prossimo in linea di successione nella sua casata.

Il Duca Thenardier, veniva da una antica e distinta famiglia che aveva accumulato tanto potere da non poter essere ignorato da nessuno. Può muovere facilmente diecimila soldati e, grazie all’aiuto dei molti aristocratici affiliati a lui, potrebbe facilmente creare un’armata di trentamila uomini.

Dall’altra parte invece c’è Alsace, che al massimo può riunirne un centinaio.

Anche se sforzandosi potrebbe arrivare a trecento, rischierebbe di perdere tutti i giovani uomini che sono la principale forza lavoro. In quel caso la città e i villaggi vicini, non potrebbero più continuare ad esistere.

—Nel migliore dei casi diecimila, nel peggiore delle ipotesi trentamila…

Era una differenza enorme. La faccia di Tigre si irrigidì a causa della tensione e per la paura.

—Come ho fatto a finire in un guaio simile?Cosa posso fare?

L’ansia che provava era dovuta al fatto che aveva capito le future intenzioni del Duca.

“Non esitare.”

Una voce allegra entrò nelle sue orecchie. Quando alzò lo sguardo vide Ellen sorridere.

Si alzò preparandosi a dire qualcosa prima di andarsene.

“Decidi cosa vuoi fare prima del nostro prossimo incontro. Lascerò qui la maggior parte dei soldati. Lavorerai come aiutante di Lim nel frattempo.”

“Aiutante?”

“Questa terra ora mi appartiene. Per ora assisterai Lim nei suoi compiti.”

Ellen indossò il suo mantello e si incamminò. Prima di uscire fece un’ultima domanda a Tigre che la stava guardando.

“Stavi pensando a cosa farai da qui in poi?”

“Non ti preoccupare, io e Lim penseremo a qualcosa per non perdere questa terra.”

Mentre ascoltava i passi di Ellen che si allontanava, Tigre fece un profondo respiro e si posò sullo schienale della sedia.

Una volta terminata la colazione, Tigre tornò al secondo piano. Invece di andare nella sua stanza, si diresse verso un’altra stanza alla fine del corridoio.

Era una stanza talmente piccola, che un uomo come Tigre,che era di corporatura normale, non avrebbe potuto sedersi a terra. Appoggiato su una mensola splendidamente decorata c’era un arco completamente nero.

Sia l’arco che la corda erano completamente neri, era come se fossero nati dall’oscurità. Più che essere colorati, sembrava che il materiale stesso fosse nero. Tigre non riusciva a capire di cosa fosse fatto.

Era un cimelio di famiglia usato dai suoi antenati cacciatori. Lui lo usò sulla pianura di Molsheim per abbattere Zaien e il suo Wyvern.Tigre sistemò la sua postura, calmò il respiro e si portò il pugno al petto.

Tigre ringraziava l’arco, che era stato tramandato di generazione in generazione, ogni mattina quando si alzava da quando era piccolo. Dopo aver respinto l’armata di Thenardier, questa azione veniva svolta dopo la colazione.

Aveva bisogno di forza sia fisica che mentale e molto coraggio ora per stare di fronte all’arco.

—Questo non è un normale arco.

Aveva sentito una voce nella sua testa quando Zaien si alzò in volo con il Wyvern.

In quel momento, riuscì ad abbatterlo.

La freccia usata era normale. Sarebbe stato impossibile ferirlo, quindi trapassare le sue scaglie che potevano respingere spade e lance sarebbe dovuto essere impossibile. Lo sapeva benissimo.

Quando incontrò un Drago della terra sulle montagne due anni fa, ogni freccia che rilasciava non riusciva a ferire minimamente il drago, non era questione di abilità.

Comunque, dopo aver sentito quella voce sul campo di battaglia, la freccia riuscì letteralmente trapassare il Wyvern.

L’esistenza di questo arco misterioso pesava notevolmente sulla coscienza di Tigre, assieme alla questione di Thenardier.Dato che era un tesoro di famiglia, doveva trattarlo con rispetto, ma non poteva fare altro che pensare all’arco come ad una esistenza mostruosa quando ricordava ciò che era successo.

“Cosa diavolo sei.”

Tigre parlò a voce bassa.

Nessuna voce risuonò nella sua mente stavolta.

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Dopo essere uscita da casa di Tigre, Ellen si diresse verso il tempio.

Anche se i soldati che Ellen ha guidato ad Alsace dormono e passano il loro tempo nella piazza centrale o nelle case vuote, i vertici militari, compresa Limlisha stanno nel tempio.

Brune e Zhcted, credono negli stessi Dei, quindi i soldati non si erano particolarmente opposti all’idea. Inoltre possono guardare le statue che adornano il tempio, e ricordarsi così delle loro città natali.

Negli ultimi due giorni, i soldati hanno speso il loro tempo, pulendo la città dai detriti e riparando le case danneggiate. Era più utile passare il loro tempo ad aggiustare qualcosa anziché nel distruggerlo.

Finalmente arrivò al tempio. Appena aprì la porta vide Limlisha–Lim– e la chiamò.

Lim notando Ellen, contraccambiò il saluto con uno sguardo serio.

Era una donna bellissima, alta con dei lunghi capelli biondi raccolti di lato. Aveva spesso un’espressione seria. Solitamente si vestiva con abiti di color blu, proprio come Ellen e anche lei aveva una spada legata alla vita.

Poteva essere chiamata il braccio destro di Ellen. Era la sua più stretta aiutante sia per le questioni militari che per quelle politiche.

“Sei indaffarata in questo momento?”

“No. Stavo per venirti a cercare per chiederti la stessa cosa, Eleanora-sama.”

“Non devi scomodarti per queste cose. Hai finito di selezionare i soldati?”

Era un’affermazione più che una domanda. Lim annui senza batter ciglio.

“Ho nominato Rurick comandante e gli ho fatto scegliere cento cavalieri.”

“Bene. Lascio il resto a te. Io devo ritornare per tenere buono il Re. Lo lascio a te fino al mio ritorno.”

Ellen iniziò a ridere profusamente mentre Lim sembrava irritata.

“Eleanora-sama, sembra che tu ti fidi parecchio di quell’uomo.”

“Pensavo che fosse lo stesso per te.”

“Anche se penso che sia affidabile, non mi fido di lui.”

Vedendo quanto cocciuta fosse la sua aiutante, Ellen scrollò le spalle e sorrise.

“Va bene, ho capito. Comunque lascerò qui Tigre ad aiutarti.”

La Vanadis fece un cenno con la mano mentre si voltava, Lim la salutò con un inchino. Quando Ellen sparì dalla sua vista, si appoggiò vicino la finestra e cominciò a guardare il cielo.

Il cielo era di un azzurro intenso.

“Volevo evitare di essere coinvolta ancora di più… ma non ci posso fare nulla.”

Ellen aveva mosso la sua armata per aiutare Tigre.

Alsace poteva essere una barriera per prevenire che le fiamme della guerra civile raggiungessero LeitMeritz. Dovevano confermare che intenzioni avesse il Duca Thenardier e muoversi di conseguenza.

—Riamane il fatto che qualcosa sia successo nella battaglia nella pianura di Molsheim.

Anche se Lim non lo aveva visto direttamente, molti soldati inclusa Ellen erano presenti.

La freccia di Tigre, sfrecciò nel cielo e trapassò il Wyvern con una velocità e una potenza anormali. Riuscì addirittura a disperdere le nuvole.

Non riuscì immediatamente a credere a quella storia. Le scaglie di un drago, sono abbastanza dure da respingere spade in acciaio. In più era praticamente impossibile che una feccia riuscisse a raggiungere un Wyver mentre volava.

—Ma Lord Tigrevurmud ce l’ha fatta.

Secondo quello riferito da Ellen, l’arco di Tigre sembra sia entrato in risonanza con la sua spada-la [Silver flash Arifal]. Anche se non aveva mai sentito nulla su di un’arma capace di combinarsi con un Dragonic Tool, Ellen era sicura di non essersi sbagliata.

—Anche ignorando l’attaccamento che ha per Tigre… Sarebbe meglio tenerlo sotto controllo per il momento.

Se un’altra Vanadis venisse a sapere dell’esistenza di Tigre e del suo arco, cercherebbero di avvicinarsi per poterne prendere il controllo. Potrebbero cercare di usarlo come alleato, o potrebbero cercare di ucciderlo.

—Prendendo in considerazione tutto ciò, è meglio se lo aiutiamo per il momento.

Se una persona con un potere che rivaleggia quello di una Vanadis diventasse un alleato, sarebbe più facile muoversi in futuro. Anche tralasciando quel potere, l’abilità con l’arco di Tigre è fuori dal comune e anche caratterialmente parlando non ci sono grossi problemi.

Comunque, una Vanadis che si intromette nella guerra civile di Brune, contando che coinvolti ci sono potenti nobili, potrebbe causare non pochi problemi.

Lim guardava il cielo mentre rifletteva e fece un profondo sospiro.

“…Questo è per aiutare Eleanora-sama. Devo fare del mio meglio.”

Quando Lim si recò alla magione, Tigre stava mettendo la sella ad un cavallo in giardino. Ai suoi piedi c’era una sacca piena di acqua e cibo. Nelle vicinanze, la cameriera dai capelli castani stava chiudendo la porta a chiave.

“State andando da qualche parte?”

Lim parlò ai due con un tono interrogativo. Il corpo di Teita sobbalzò per la sorpresa sentendo Lim, Tigre invece rispose con un tono calmo.

“Andiamo al villaggio di Hunawihr per un po’. Dovremmo essere di ritorno domani prima di sera.”

“Hunawihr?”

Lim era confusa; Tigre le rispose mentre controllava la sella.

“E’ un villaggio che posso raggiungere a cavallo prima di sera. E’ a nord-ovest e l’armata del Duca Thenardier avrebbe dovuto passargli vicino per giungere qui.”

“Sei riuscito ad avvertire i cittadini in modo che si rifugiassero da qualche parte?”

“Ho ricevuto un rapporto che diceva che si fossero rifugiati nella foresta, ma voglio controllare di persona.”

In Alsace, c’erano quattro villaggi oltre la città di Celesta; gli altri tre villaggi erano lontani dal tragitto effettuato dall’armata di Thenardier.Dato che non erano giunti rapporti riguardo ad eventuali danni subiti, non era necessario che Tigre li controllasse immediatamente.

—Non è che non capisca quello che prova…

Anche se poteva capirlo, Lim non poteva fare a meno di essere irritata. Non avevano tempo da perdere in simili attività, dato che da ora in avanti dovevano combattere contro il duca Thenardier.

—Inoltre…

La voce e l’espressione di Tigre erano troppo rilassate. Questo fece sì che sentimenti negativi crescessero all’interno di Lim.

“La tua cameriera ti accompagnerà?”

Lim lo chiese, perché la sella che Tigre aveva preparato era decisamente più grande del normale e Teita non indossava il suo solito abito da cameriera ma uno spesso abito fatto di canapa.

“Teita diventerebbe ansiosa se mi allontanassi dalla magione troppo a lungo.”

—Non penso voglia fuggire. L’arco che ha con se non è quello nero ma il suo solito, normale arco.

Tigre aveva cercato di fuggire dal palazzo Imperiale per salvare le persone di Alsace anche a costo della sua vita. Era una delle poche cose che Lim aveva apprezzato di lui.

“Ho capito. Prima del tuo ritorno, mi piacerebbe esaminare i documenti e i registri di Alsace. Per te và bene?”

Mettendo le sue motivazioni da parte, Lim gli chiese il permesso. Comunque anche se la sua voce sembrava quella monotona di sempre, si poteva capire che era leggermente irritata.

“Nessun problema. Sono nella mia stanza e nello studio. Per arrivarci devi—”

Mentre spiegava a Lim come arrivarci, Tigre si girò verso Teita che acconsentì. Anche se insoddisfatta, porse la chiave della residenza a Lim.

“Um…”

“Non ti preoccupare. Come promesso non toccherò nulla all’infuori dei documenti e dei registri.”

Lim rilassò lo sguardo e fece un sorriso a Teita. Dopo essersi inchinata, corse da Tigre imbarazzata.

“Noi andiamo.”

Lim guardò Tigre e Teita che si allontanavano a cavallo dalla città, vide che Teita si strinse a Tigre poi si voltò ed entro nella magione.

Le strade che attraversavano Alsace non erano particolarmente buone.

I cespugli crescevano indisturbati, il terreno era pieno di buche e le foreste che le costeggiavano non erano particolarmente curate.

Teita, sistemata dietro a Tigre, avrebbe voluto stringersi a lui, ma si stava reggendo con entrambe le mani alla sella per non essergli d’intralcio.

Dato che il cavallo stava trasportando due persone più i bagagli, non andava molto veloce e dato che si fidava delle abilità di Tigre a cavallo, non stava troppo attenta ma si godeva il viaggio.

—E’ stato una richiesta irragionevole, ma sono contenta di avergli chiesto di portarmi con lui.

Quando Tigre le disse che voleva visitare Hunawihr,Teita aveva insistito per accompagnarlo. Anche se Tigre all’inizio non era propenso a portarla, alla fine si arrese.

C’erano due ragioni per la quale voleva accompagnarlo.

Una era per rimanere assieme a Tigre.

Dopo che Tigre era partito per Dinant,Teita aveva passato molti giorni e molte notti da sola. Era diventata molto ansiosa, specialmente dopo aver saputo della sconfitta dell’armata di Brune. Durante quei giorni si recava regolarmente al tempio per pregare.

In seguito tutto successe velocemente.

Tigre arrivò accompagnato da un’armata di Zhcted. Quando stava cominciando a pensare che non lo avrebbe più visto, tornò e nei giorni seguenti alla battaglia furono impegnati nella ricostruzione della città quindi non ebbero molti momenti per poter parlare.

Dopo essersi appoggiata alla sua schiena, poteva chiaramente sentire il suo calore.

“Tigre-sama.”

“Cosa c’è?”

“Non so cosa ti passi per la mente, ne quello che vorrai fare in futuro, ma seguirò Tigre-sama ovunque.”

Teita si era accorta dell’espressione pensierosa che aveva Tigre da stamattina, questa era l’altra ragione per la quale aveva voluto accompagnarlo.

—Se fosse stato il solito Tigre-sama, avrebbe detto oggi vado a caccia. La sua espressione è decisamente cambiata, è salito al piano superiore subito dopo colazione. Deve essere qualcosa che fa fatica a dirmi.

Teita non capiva cosa turbava Tigre. Anche se lo avesse saputo, essendo una semplice cameriera, non poteva fare nulla per aiutarlo.

Nonostante tutto, Teita voleva rimanere al fianco di Tigre.

Non importa cosa fosse successo, Teita sarebbe sempre rimasta al suo fianco.

“…Grazie Teita.”

Il tono con cui parlò era tornato caldo , Teita era contenta che fosse tornato il solito Tigre.

Hunawihr era un piccolo villaggio con poco più di duecento abitanti.

Era circondato dalla foresta e spesso gli abitanti ci si inoltravano. Quando era bambino anche lui spesso si avventurava a giocare nelle foreste, da adulto ci andava per cacciare o raccogliere funghi e noci.

Anche se c’erano lupi e cinghiali, difficilmente attaccavano le persone se erano in gruppo, specialmente se le persone non invadevano il loro territorio.

Un Koku dopo mezzogiorno, finalmente Tigre e Teita intravidero il villaggio. Si presero del tempo per riposare e rifocillarsi, dovevano essere in forze per completare la loro missione prima di sera.

Quando i contadini nei campi videro Tigre, gli si avvicinarono velocemente. Teita fermò il cavallo e fece scendere Teita.

“State tutti bene?”

“Si Lord, grazie.”

Un’ uomo di mezza età gli rispose sorridendo. Anche gli altri contadini lo salutarono sorridendo.

“Ci siamo nascosti nella foresta come ci avevi ordinato. Sono passati abbastanza velocemente.”

“C’erano molte persone che sono corse a nascondersi due giorni fa Lord, tutto grazie a lei.”

Tigre ascoltò le storie dei contadini una a una prima di allontanarsi. Si diresse verso la casa del capo-villaggio tirando il cavallo per le briglie.

Dopo poco vide il capo-villaggio intento a coltivare la sua terra, proprio come tutti gli altri contadini.

L’uomo era sulla quarantina. Era abbastanza alto e aveva braccia e gambe forti. La sua pelle era scura e la faccia arrossata dal sole preso mentre lavorava la terra.

Quando si accorse della presenza di Tigre gli si avvicinò.

“Sei venuto per aiutarci nei campi Lord?”

“Anche se posso tentare, non rifareste tutto appena me ne vado?”

Il capo villaggio scrollò le spalle mettendosi a ridere. In realtà, Tigre da piccolo aveva già tentato di aiutarli ad arare i campi, ma dopo aver fatto un lavoro pessimo i contadini dovettero ricominciare da capo.

“Haha, scusatemi.”

Il capo villaggio continuava a ridere tenendosi la pancia, poi si girò verso Teita sorridendole. Tigre gli chiese quali danni avesse subito il villaggio.

“E’ come puoi vedere. Le mura attorno al villaggio sono state distrutte ma non ci sono feriti ne morti.”

Dopodiché il capo-villaggio divenne serio.

“Ho sentito delle voci, dicono che sia arrivato l’esercito di Zhcted…”

“Sono alleati che ho ingaggiato. Non ti preoccupare.”

Il capo-villaggio sentendosi sollevato scoppiò a ridere vedendo Tigre così confidente.

Il capo-villaggio avrebbe voluto celebrare la vittoria a Molsheim, anche se la festa non sarebbe stata nulla di che. Anche se aveva avanzato la richiesta a Tigre, quest’ultimo aveva rifiutato dato che avrebbe dovuto ripartire subito per Celesta.

Al tramonto Tigre salutò il capo-villaggio e si rimise in marcia.

Teita si accorse che non aveva una bella cera e decise di parlare.

“Tigre-sama. Non vorresti riposarti sulla via del ritorno?”

Le gambe di Tigre improvvisamente persero forza sentendo le parole di Teita.

“E’ strano tu mi chieda questo, per caso non hai riposato bene Teita?”

“Effettivamente sono un po’ stanca…”

Teita gli rispose con voce bassa. Tigre sorrise, ma accettò a proposta. Pensò che fare una pausa per riprendersi dalla stanchezza del viaggio non era una cattiva idea.

Il sole stava tramontando e il cielo limpido si colorava lentamente di rosso. Il tempo era bello proprio come nei giorni scorsi.

“Mi domando se creeremmo disturbo. Se non ricordo male, dovrebbe esserci una capanna nelle vicinanze.”

Tigre si allontanò dalla strada e si diresse verso una piccola baita in cima ad una collina. Era fatta di legno e l’aveva già usata numerose volte.

Dopo essere smontato guardò all’interno e non vide nessuno.

Nel mezzo c’era un cesto pieno di rami. L’avevano preparato nel caso si dovesse accendere il fuoco, ma guardandone lo stato si capiva che non era stato toccato da diversi giorni.

Legò il cavallo ad un’ albero, gli tolse la sella e lo spazzolò. dopo averlo abbeverato gli preparò del fieno con l’aiuto di Teita.

Dopo aver finito i due entrarono nella baita e Teita si sedette per terra.

“Teita cerca di riposarti. Sono sicuro che è stancante cavalcare per tutto questo tempo.”

“Se non rimango sveglia, chi ti sveglierà Tigre-sama?”

Tigre, dopo aver sentito la sua battuta si gratto la testa.

“Ho capito, ma non sforzarti troppo.”

Le rispose gentilmente, dopodiché si sedette e chiuse gli occhi.

A causa della stanchezza accumulata, si addormentò immediatamente.

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C’era una ragazzina di dieci anni davanti a lui.

“—Tigre-sama.”

Balbettava e aveva dei capelli castani legati con due code di cavallo ai lati della testa. Aveva dei brillanti occhi color nocciola.

“—Tigre-sama, da questa parte.”

Teita aveva un sorriso innocente mentre passeggiava tenendo la mano a Tigre. Lui la seguiva senza lamentarsi.

Guardandosi le mani, Tigre capì che era un sogno. Era tornato all’età in cui conobbe Teita.

I due stavano passeggiando in un sentiero stretto, su entrambi i lati si estendevano campi coltivati.

Prima che se ne potesse accorgere, erano arrivati di fronte a un particolare campo.

“Tigrevurmud.”

Un uomo li raggiunse. Era suo padre, Urz Vorn, morì dieci anni fa.

“Vieni, dammi una mano ad arare.”

Suo padre gli passò una zappa.

—Ora che ricordo, tutto questo è successo veramente.

Tigre divenne confuso dopo aver preso la zappa.

Aveva probabilmente 10 anni a quel tempo. Suo padre era venuto per ispezionare il villaggio. Era la prima volta che prendeva in mano una zappa.

Anche se pensava di potercela fare, il suo intero corpo cominciò a fargli male dopo appena un koku. Il giorno seguente, le sue mani erano coperte da vesciche. Teita prese delle bende e cominciò a curarlo.

Dopo aver tenuto in mano una zappa per la prima volta, il suo modo di vedere il mondo cominciava a cambiare.

Tigre ora si trovava su di una collinetta col padre.

Davanti ai suoi occhi c’erano vitigni che si estendevano fino l’orizzonte.

“Tigrevurmud.”

Il padre cominciò a parlargli con un tono gentile.

“Loro coltivano i campi tutti i giorni. Tolgono le erbacce, innaffiano le piantagioni, e allontanano insetti e uccelli e spaventano i lupi e i cinghiali che tentano di entrare nel villaggio. Sono spaventati dalla siccità e temono i forti temporali. Dopo aver arato i campi e aver effettuato il raccolto ricominciano da capo anno dopo anno.”

—Essendo un cacciatore, la mia situazione è simile.– Questa fu la risposta di Tigre. Giusto poco tempo fa aveva catturato un grosso cervo.

” La tua abilità con l’arco è unica, specialmente per la tua età; Comunque è differente per noi, noi non cacciamo per vivere.”

Tigre annui, anche se non capiva il concetto del “per vivere”.

“Tutti qui lavorano i campi per poter sopravvivere. Riesci a capire perché tu non sei costretto a farlo?”

–Perché ci sei tu papà, perché sono il figlio del Lord.– Questa volta Tigre rispose correttamente. Ricordando quei momenti non poteva fare altro che arrossire per l’imbarazzo. Suo padre non si arrabbiò sentendo la sua risposta.

“Allora perché io non sono costretto a coltivare i campi?”

–Perché tu sei grande papà.–Quando sentì la risposta, suo padre scosse la testa.

“Ascoltami Tigrevurmud. Noi siamo qui, nel caso succeda un’emergenza.”

“Emergenza?”

“Esatto. Noi siamo qui, per risolvere situazioni che normalmente sono difficili da risolvere. Frane, alluvioni, banditi, epidemie, scarsi raccolti, dispute tra i villaggi, dispute con altri aristocratici per l’utilizzo dei fiumi o dei campi, ci sono molte cose… Io sono qui per cercare di risolvere questi problemi. Il nostro compito è assicurare loro una vita pacifica.”

“Ma perché devi farlo…”

Suo padre scosse nuovamente la testa.

“Più persone ci sono, più problemi nascono. Anche se Alsace potrebbe sembrare piccola e pacifica…”

In quel momento smise di parlare. Il padre di Tigre gli poggiò una mano sulla testa. Anche se stava sognando, Tigre poteva sentire il peso e il calore della mano.

“Non dimenticarti Tigrevurmud. Questo è il compito di un Lord.”

La sensazione della mano svanì. Suo padre cominciò lentamente ad allontanarsi. Tigre che lo osservava non riusciva a muoversi. Anche se stava provando a seguirlo, i suoi piedi non volevano muoversi.

“Padre…Padre-Papà.”

Dopodiché si svegliò. Guardò le finestre della baita e sentì gli uccelli cinguettare.

—Padre…Quanto tempo è passato da quando l’ho sognato l’ultima volta?

Provò ad alzarsi, ma senti un peso sul suo corpo. Tigre guardò in basso.

Teita si stava stringendo a lui, respirava tranquillamente mentre dormiva. Anche se rimase sorpreso, Tigre si ricompose velocemente.

null

—Sei stata tu ad accompagnarmi da mio padre?

Nel sogno, era stata una giovane Teita ad accompagnarlo dal padre. Un dolce tepore veniva emanato dal suo corpo. Tigre la strinse dolcemente.

Dopo un po’, Teita si svegliò.

Fece uno sbadiglio e guardò Tigre con occhi assonnati, non riusciva ancora a distinguere chiaramente.

Teita presa dal panico si alzò non appena comprese la situazione. Cominciò a gesticolare e ad arrossire. Cercava di balbettare scuse incoerenti.

“Ti–Tigre-sama, non è come pensi. Ah,um…Non volevo occupare troppo spazio nel caso entrasse qualcuno…”

Tigre sorrise vedendo Teita nel panico e cominciò a ripensare ai suoi sentimenti.

Avendo ricordato il padre, Tigre divenne emozionale e abbracciò Teita.In quella baita, le reazioni di Teita riuscirono a calmare Tigre.

“Teita.”

Sentendo che Tigre la chiamava con un tono pacato, Teita cominciò a calmarsi.

“Grazie, ti devo un favore. ”

Vedendo che Tigre stava per mettersi a ridere, si sentì sollevata, le ombre che lo turbavano sembravano essere svanite. Dopo essere tornato da LeitMeritz assieme ad Ellen e ai suoi soldati, aveva respinto l’armata di Thenardier, non aveva potuto riposarsi un attimo.

Paura e ansia si erano attanagliate nel suo cuore.

—Ora non posso più fermarmi.

Cerano molte cose che doveva fare.

Aveva chiesto aiuto ai soldati di LeitMeritz per respingere Thenardier.

Anche se era preoccupato per il potere del suo arco, non era riuscito a trovare alcuna informazione a riguardo. Per ora metterà quella questione da parte.

“Andiamo Teita.”

Tigre uscì dalla baita nuovamente determinato. Guardò il cielo limpido.

—Tralasciando tutto, è un ottimo tempo per cacciare.

“Tigre-sama.”

Da dietro, Teita lo chiamò , sembrava arrabbiata.

“Stai pensando di andare a caccia?”

“…Come fai a saperlo?”

“Lo so. Da quanti anni pensi che io sia al tuo servizio?”

Dopo avergli risposto, Teita sorrise allegramente. Capendo che stava prendendolo in giro, Tigre sorrise e l’aiutò a montare a cavallo.

Mentre stavano cavalcando, Tigre chiamò Teita.

“Teita. Avremmo molto da fare una volta tornati a Celesta. Siamo in una situazione problematica, quindi voglio che tu vada da Lord Massas per un po’—”

“Tigre-sama.”

Teita lo abbracciò da dietro.

“Te l’ho già detto ieri. Ti seguirò ovunque. Tu mi hai sempre aiutato, ora è il mio turno di aiutarti.”

Tigre le prese le mani.

Le sue parole erano gentili, anche se si poteva scorgere dell’amarezza tra esse. Mentre lui era impegnato a pensare come uscirne, lei aveva già deciso cosa avrebbe fatto.

Tigre le lasciò le mani e spronò il cavallo.

“Tieniti forte.”

Il cavallo aumentò l’andatura mentre il caldo tepore della ragazza alle sue spalle lo confortava come mai prima d’ora.

Tigre e Teita arrivarono a Celesta mezzo koku prima del previsto.

Una volta raggiunta la magione, notarono nella stalla un cavallo che non apparteneva a Tigre.

Avevano visto spesso quel cavallo; era bianco con una lunga criniera nera.

“Quello è il cavallo di Massas-sama…?”

“Si, indubbiamente.”

Tigre rispose alla sorpresa Teita.

“Teita, posso lasciare il cavallo a te?”

“Si”. Teita annuì mentre sorrideva. Tigre corse fuori dalla stalla e aprì la porta di casa completamente ignorando il fango che ricopriva i suoi stivali.

Andò prima in salotto ma non trovò nessuno. Quando invece entrò nello studio, trovò Massas Rodant seduto su una sedia.

Tigre ingoiò la saliva prima di chiamarlo. C’era una pesante atmosfera nella stanza, ci fosse stato un bambino sarebbe facilmente scoppiato a piangere.

Massas e Lim si scrutavano dopo essersi seduti ai lati opposti del tavolo.

—Che non mi abbiano notato…?

Chiuse la porta e ritornò nella stalla. Chiese a Teita cosa ci fosse per cena. Pensò che era la migliore cosa da fare.

“— Quindi sei tornato,Tigre.”

Massas si girò e guardò Tigre. Non era molto alto e aveva un corpo tozzo, indossava degli abiti dai colori tenui. Aveva una lunga barba grigia che si intonava perfettamente all’età che aveva.

“La cosa più importante è che tu sia salvo… volevo venire a chiederti cos’era successo. Quando sono arrivato, ho visto una donna in casa che non era né Teita, né Paula. Bella sorpresa vero?”

Paula era una casalinga sulla cinquantina che viveva nei dintorni. Aveva lavorato come cameriera per il padre di Tigre, Urz quando era ancora in vita, e veniva ad aiutare quando c’era più lavoro del solito.

Anche se l’uomo continuava a parlare col sorriso stampato in faccia, si vedeva che i suoi occhi non ridevano per nulla.

“E cosa abbiamo qui, un deputato di Zhcted in Alsace. Che ne dici di raccontarmi la storia per intero?”

Tigre guardò Lim. Era seduta con la suo solito sguardo inespressivo.

Il tanto amato ricongiungimento, non era neanche lontanamente quello che aveva immaginato.

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Thenardier vide che quello che rimaneva della sua armata era a malapena riuscita a fuggire da Alsace e a tornare a Nemetacum. La loro punizione sarebbe stata severa.

Coloro che avevano il compito di fare la guardia a Zaien, suo figlio nonché successore della casata e coloro che lo avevano assistito come aiutanti militari furono puniti a frustate. Coloro che si occuparono della punizione furono le famiglie dei soldati morti in battaglia.

La frusta era uno strumento molto usato nella tortura. Questa particolare tipo di frusta aveva dieci corde finali, alle quali erano attaccati degli aculei. Ad ogni colpo, veniva strappata carne dalla schiena, il sangue schizzava da tutte le parti e dato che sarebbero stati frustati di più se avessero urlato, stringevano i denti fino quasi a romperli.

Il resto dei soldati invece, vennero percossi sulla schiena con spranghe di ferro incandescenti.

Il duca Thenardier, guardava la scena in silenzio mentre si versava del vino in un calice. Anche se rimaneva inespressivo, era chiaro a tutti che era profondamente adirato.

—Zaien era un’ inutile idiota.

Nonostante ciò, rimaneva il suo unico e prezioso figlio.

Zaien aveva guidato l’armata e aveva perso in duello con Tigre. Il suo corpo era sprofondato in un lago nella pianura di Molsheim.

—Quel dannato ragazzino…Zhcted…!

Se la situazione lo avesse permesso, avrebbe guidato lui stesso un’armata in Alsace per prendersi la testa di Tigre.

Il duca aveva appena compiuto 42 anni. Il suo corpo muscoloso era stato forgiato in battaglia, la sua abilità con la spada, la lancia e a cavallo erano pari, se non superiori a quelle di un cavaliere. I suoi successi in battaglia erano molti e riconosciuti da tutti.

Anche se si era ormai ritirato dal servizio attivo, continuava ad allenarsi regolarmente.

Quando la punizione finì, si avvio indignato per i corridoi della sua enorme magione. Il duca tornò nelle sue stanze da solo.

Anche se aveva bevuto quattro bottiglie di vino, non si sentiva ubriaco. Era colmo di intento omicida, la pressione che emanava avrebbe impaurito chiunque gli si fosse avvicinato.

La camera del duca era molto lussuosa.

Il tappeto a terra era finemente decorato, e la scrivania era di ebano. Il candeliere era d’oro come quasi tutti il resto degli accessori.

Il duca entrò violentemente nella stanza, tirò con forza la sedia della scrivania e si sedette.

Prese una bottiglia di liquore di Asvarre e dopo averne versato un bicchiere lo bevette tutto d’un fiato.

“—Sembri depresso.”

Thenardier udì una voce inaspettata.

Di fronte alla porta, c’era un uomo di bassa statura avvolto in un mantello nero. Aveva un cappuccio in testa che arrivava a coprirgli il volto.

“Drekavac.”

Il duca quasi sputò il liquore che aveva in bocca. L’uomo fece un inchino trattenendo le risate.

Drekavac, aveva servito la famiglia Thenardier come chiromante per molti anni.

Nella magione, anzi, in tutta Brune, era l’unico uomo che poteva permettersi di parlare in modo impudente al Duca. Se un’altro servitore si fosse azzardato a parlare in modo simile, lui e la sua famiglia sarebbero stati giustiziati all’istante.

“Penso tu sia già al corrente di quello che è accaduto.”

“Zaien-sama è morto. Ti faccio le condoglianze dal profondo del cuore—”

“Non serve che continui. Non sono parole che mi aspetto da uno come te.”

Thenardier interruppe la frase dell’uomo dal volto coperto.

“Ne sono contento; comunque, non sei stato troppo clemente nel punire i soldati, Eccellenza?”

“Non posso farci nulla, mi servono soldati in questo momento. Non posso ucciderli solo per un mio capriccio.”

Difatti, aveva già perso duemila uomini e due draghi. Era una perdita inaspettata. Un nobile sconosciuto di una remota provincia dell’impero non dovrebbe essere stato in grado di fare una cosa simile.

Nella realtà però, Tigrevurmud Vorn era apparso con una armata di Zhcted, aveva ucciso Zaien e due draghi nonché duemila dei suoi uomini.

“Ignoriamo per un momento i soldati che si sono scontrati tra loro…E’ stato il ragazzo di Alsace o la Vanadis di Zhcted che ha ucciso i draghi?”

Dopo aver annuito, guardò Thenardier negl’occhi.

“Devo prima informarti di una cosa. Le sette Vanadis di Zhcted posseggono delle armi chiamate Dragonic Tools.”

“…Ne ho solo sentito parlare. Ma queste armi sono veramente così potenti?”

“Non esiste nulla che le possa eguagliare. Possono tranquillamente tagliare a metà un uomo in armatura e hanno un potere speciale che gli permette anche di uccidere un drago.”

Anche se i draghi erano stati effettivamente uccisi, Thenardier si sarebbe semplicemente messo a ridere se a raccontargli questa storia fosse stato qualcuno che non fosse Drekavac.

“Di cosa sono fatte queste armi?”

“Sono fatte di un materiale che non si trova sulla Terra.”

La barba nera del duca si scosse vigorosamente sentendo le parole di Drekavac.

“Capisco. Quindi possono penetrare facilmente le scaglie di un drago, che resistono anche all’acciaio.”

“Esatto, sono armi del genere.”

Thenardier non esitò nemmeno un istante a credere alle sue parole, anche se normalmente sembrerebbero uno scherzo.

“Va bene. Saresti in grado di addestrare nuovi draghi?”

“Posso prepararli per la fine dell’anno, ma mi servono ingenti fondi.”

Dopo che Thenardier acconsentì, Drekavac fece un inchino. Anche se li avrebbe voluti più velocemente, conoscendo l’uomo da moltissimo tempo capì che sarebbe stato impossibile.

Thenardier prese una campanella d’argento dalla scrivania e la fece suonare.

Ordinò ad un servitore di preparare un sacco dell’altezza di un bambino e riempirlo di oro.

” Cambiando discorso, cosa vuoi farne del conte Vorn e della Vanadis?”

“Di quello me ne occuperò io. Tu occupati dei draghi.”

Il Duca fece un gesto con la mano e Drekavac se ne andò. Quando la porta si chiuse, il duca si portò le dita alle tempie, stava finalmente cominciando a sentire gli effetti dell’alcool.

“…Non ci si può fare nulla.”

Thenardier borbottò con una voce amareggiata. Avrebbe voluto uccidere Tigre con le sue stesse mani, ma aveva un solo corpo e non poteva preparare un numero infinito di soldati.

“Anche se potrebbe sembrare che stia usando un’ascia per schiacciare un insetto userò le [Seven chains] inoltre…”

Suonò la campanella di nuovo, appari’ un secondo servitore. Gli diede degli ordini velocemente e bevve un bicchiere d’acqua.

“Bisogna usare un cavaliere per combattere un cavaliere, un drago per un drago… e una Vanadis per una Vanadis. Penso di potercela fare se uso quelle connessioni.”

Thenardier si mise a mormorare mentre guardava il suo riflesso sul calice d’argento.

“Ora che ci penso, credo che anche Ganelon sia in contatto con una delle Vanadis di Zhcted. Mi chiedo a cosa stia pensando in questo momento quell’uomo…”

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