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Capitolo 5
Il Castello della Vanadis
Nelle montagne a nord di Zhected, la neve cadeva perennemente tutto l’anno. Il mare era a sud, mentre i confini ad est e ad ovest erano rispettivamente con Mouzinel e Brune.
Questo paese ha un clima con inverni più lunghi di quelli confinanti. Era anche chiamato come [Il paese della neve e delle foreste].Nonostante tutto potevano coltivare mele e patate, pescare nel mare e c’era abbondanza di oro e argento grazie alle miniere nel centro del regno.
Tutto successe approssimativamente trecento anni fa’.
A quel tempo c’erano più di cinquanta tribù che lottavano per andare al potere.
La guerra continuò per più di un secolo. Almeno trenta tribù furono distrutte o assorbite durante questa fase. A quel punto apparse un uomo.
“Io sono l’incarnazione del Drago nero.”
L’uomo si descriveva in questo modo. Fino a che lui fosse stato Re, avrebbe portato vittoria.
Anche se la maggior parte delle tribù non lo presero seriamente, sette tribù gli credettero e decisero di seguirlo.
Come prova della loro fedeltà, ogni tribù gli mandò una bellissima donna che eccelleva nelle arti marziali come moglie. A queste sette mogli, lui diede un’arma chiamata[ Draconic Tool].
“Voi, da questo momento in poi,sarete conosciute come [Vanadis].”
In seguito,le sette tribù guidate dall’uomo soppressero gli altri clan e vinsero la guerra.
L’uomo continuò a combattere anche dopo aver unificato le tribù, conquistando regni vicini ed espandendo notevolmente il suo territorio.
E così, fu’ creato il Regno di Zhcted.
L’uomo diventato Re, creò sette Ducati nel suo territorio. La possibilità di raccogliere le tasse e molti altri privilegi furono garantiti ad ognuna delle sue sette mogli. Non importava quanto qualcuno si distinguesse politicamente o militarmente, l’unica persona al di sopra delle Vanadis era il Re.
L’uomo fece una dichiarazione alle Vanadis.
“Le Vanadis offriranno la loro fedeltà al Re,proteggeranno il Re e combatteranno per il Re. Non dimenticatevelo.”
La candela vicina al trono del Re proiettava un’ombra sul pavimento.
L’ombra non aveva la forma di un umano ma quella di un Drago.
“…..Anche se è un mito, non riesco proprio a comprenderlo.”
Queste furono le prime parole di Tigre dopo aver letto la storia di Zhcted.
Era sul tetto del palazzo imperiale.
Il cielo era sereno, e la giornata era calda.
Tigre aveva preso in prestito un libro dalla libreria e lo stava leggendo seduto a gambe incrociate sul tetto.
La ragione per la quale era sul tetto era semplice. La libreria era buia, il tempo fuori invece era bello e se guardava in basso, poteva vedere gli alberi e i giardini decorati dai fiori.
Il palazzo Imperiale era circondato da mura e una torre. Anche se non riusciva a vederci oltre, poteva comunque ammirare il cielo e la brezza fresca lo faceva sentire a suo agio.
Se non avesse dormito a sufficienza, sicuramente si sarebbe steso per un pisolino.
“Questo è il libro più facile da leggere…”
Con la faccia simile a chi ha preso una medicina amara,Tigre guardava il libro aperto sulle sue ginocchia.
Tigre non era molto familiare con la scrittura di Zhcted, quindi aveva trovato più difficoltà del previsto nel leggerlo.
In più, c’erano solo parole e termini complicati. Dato che c’erano anche espressioni e modi di dire propri di Zhcted, trovava la maggior parte delle letture difficili. Più della metà dei libri erano fuori dalla sua portata.
Rurick, che stava continuando a monitorarlo, bussava nel portico sottostante il tetto dove Tigre era seduto. Quando quest’ultimo gli chiese aiuto, ricevette questa risposta:
“Lord Tigrevurmud,sarei più che felice di aiutarla: comunque neanche io riesco a capire un linguaggio così complicato.”
Anche se aveva difficoltà nel leggerlo,rimaneva comunque un Conte. Gli era stata data una educazione adeguata al suo status, quindi era migliore della maggior parte delle persone.
“Scusami.”
“Non si preoccupi, non era una richiesta così irragionevole.”
Lui dopotutto era un soldato, non uno studioso.
“Conosci qualcuno che sarebbe in grado di leggerlo in modo fluido?”
“Nessuno.”
Rurick aveva un’espressione complicata.
“Anche se mi duole ammetterlo, non penso qui ci sia qualcuno meglio di lei nel leggere, Lord Tigrevurmud. Magari dovrebbe provare a chiedere a Vanadis-sama o a Limlisha-sama.”
“Mi chiedo se avessero voglia di aiutarmi…”
Lo aveva già considerato, metà era per fare passare il tempo, e metà per raccogliere informazioni.
Comunque c’era qualcosa di preoccupante che voleva chiedere ad Ellen.
Quando incrociò le braccia, una piccola ombra passo sul tetto. Era il giovane Drago Lunie.
Anche se Tigre si allungò verso il drago con un sorriso, quest’ultimo non mostrò nemmeno una volta interesse verso Tigre. Semplicemente si accovacciò in un posto soleggiato.
—Questo Drago è praticamente simile ad un gatto.
Non volendo disturbare, Tigre si alzò.
Quando guardò casualmente in basso, notò Ellen ai bordi della foresta.
Si muoveva velocemente tra gli alberi, come se volesse evitare di essere notata. Si avvicino alle mura, credendo di non essere stata notata.
“Rurick, vado a vedere se Ellen mi aiuta. Ritornerò nella mia stanza subito dopo averle parlato.”
“Molto bene.”
Appena Rurick si incamminò per il corridoio, Tigre si mise il libro di storia sotto il braccio e saltò dal tetto.
Afferrando un ramo di un albero sotto di lui, rallentò la sua caduta e ne uso la flessibilità per atterrare delicatamente a terra.
Appena si rialzò, la giardiniera che si prendeva cura dei fiori guardò Tigre stupefatta.
Facendole un sorriso, Tigre lasciò il cortile. Muovendosi tra gli alberi finalmente vide Ellen.
“Cosa fai?”
Quando la chiamò, le spalle di Ellen si scossero dalla sorpresa.
“Co,co,co,cosa ci fai tu qui…!?”
Arrossendo, Ellen si mise a guardarlo, la sua faccia era rossa dalla sorpresa. Era la prima volta che Tigre la sentiva balbettare.
Il suo look era diverso. I suoi lunghi capelli argentati, erano raccolti e legati alla base del collo. Il suo lungo vestito di lino le dava un’aria rinfrescante.
La spada era legata alla vita, per non destare sospetti l’aveva coperta con un panno. Sembrava una ragazza qualsiasi che potevi incontrare quotidianamente lungo le strade, anche se difficilmente qualche ragazza poteva eguagliarla per bellezza.
“Volevo chiederti qualcosa, poi ti ho vista.”
Anche se era molto incuriosito dal suo comportamento e dall’abbigliamento, Tigre le rispose onestamente.
“Mi hai vista?”
Ellen lo guardava sospettosamente, pensando che fosse impossibile che lui l’avesse potuta vedere. A quel punto afferrò Tigre per il braccio e lo trascino verso le mura.
“Non ci si può fare nulla. A questo punto vieni anche tu.”
“Dove?”
“Fuori.”
All’esterno delle mura, i due scesero un dolce pendio. La cittadella era a circa mezzo belsta(circa cinquecento metri) di distanza.
Lungo le strade erano allineate case in muratura dai tetti marroni o neri.
Le strade erano abbastanza larghe da far transitare facilmente un grosso carro,ed erano rivestite da ciottoli.
Viaggiatori, cittadini, mercanti, ufficiali e artigiani, molti camminavano sui marciapiedi ai lati della strada.
C’erano molte casalinghe che chiacchieravano, mercanti che pubblicizzavano i loro prodotti. C’era un menestrello che suonava l’arpa all’incrocio.
“E’ molto più viva di Nice.”
A differenza di Nice, la capitale del regno di Brune che aveva visitato solo un paio di volte, LeitMeritz lo faceva sorridere felicemente. Il dialetto di Zhcted, il passarsi monete di rame e argento in grande quantità, tutto era una novità per Tigre.
Frutta freschissima era accuratamente sistemata su contenitori di legno,pezzi di carne pendevano dalle mensole e l’odore di patate arrosto gli faceva venire l’acquolina.
Da li a poco, alcune ragazze della sua età gli passarono accanto, ridacchiando quando videro Tigre.
“Gli piacciono così tanto cose simili?”
“Magari anche lei vuole indossarne.”
Per tutta risposta Ellen allungò le mani verso i capelli di Tigre.
“Indossate tutti cose simili a Brune?”
Nelle mani di Ellen, che era stata ridicolizzata assieme a Tigre c’era una foglia.
Dato che era leggera,Tigre non se ne era accorto e la ringraziò.
“Come ci è finita li? Hai per caso messo la testa nei cespugli?”
Tigre alla fine gli spiegò come l’aveva trovata.
Rimasero in silenzio fino a che non raggiunsero il centro cittadino.
“Cosa sei una scimmia?”
Ellen gli parlò freddamente mentre lo guardava. Tigre si sentì ferito.
“Veramente, il tetto? Forse dovrei prendere la cosa in considerazione…?No, forse tu sei l’unico che potrebbe fare una cosa simile…”
“Vorrei chiederti alcune cose, quando hai del tempo.”
Mentre Ellen guardava a terra immersa nei suoi pensieri, Tigre parlo con esitazione.
“Perché stavi cercando di uscire di nascosto dal palazzo in quel modo?”
Ellen lo guardo dubbiosa, non capendo perché Tigre le chiedesse una cosa simile.
“Non è ovvio?”
Questa volta fu Tigre a guardarla dubbioso.
Di fronte allo stand delle patate, i due si fissavano misteriosamente. Il venditore fece due colpi di tosse.
Tigre si allontano dopo aver comprato due patate. Usò i soldi che aveva vinto scommettendo con i soldati.
Mentre mangiavano le patate, camminavano lungo le strade guardando le varie bancarelle. Il calore sembrava facesse sciogliere le patate.
La dolce fragranza del burro mescolata al vapore,stimolava l’appetito di Tigre.
Entrò in una piazza assieme ad Ellen e si sedettero su una panchina ai bordi di una aiuola.
Mentre mangiava la patata a piccoli morsi, Ellen sorrideva apprezzandone il sapore.
“Ne ho scelte di ottime. Dovresti ringraziarmi.”
Tigre rimase sorpreso dal tono teatrale che aveva usato e dal profondo sorriso che aveva.
“…puoi veramente distinguere tra quelle buone e quelle cattive?”
Tigre le chiese mentre si gustava lo snack con la lingua leggermente bruciata.
“Ne ho viste diverse che non erano buone. Quelle troppo piccole,quelle non fumavano abbastanza o che erano troppo fredde, ci sono moltissime cose da osservare…Questo grado di cottura invece è perfetto, sono anche impressionata dalla quantità di sale che ha usato.”
“Ti devono proprio piacere.”
Ellen sorrise prima di girarsi e guardare in lontananza.
Quello che guardava, era un gruppo di bambini che si era riunito attorno ad un burattinaio.
“Gli inverni in Zhcted sono molto freddi; a volte mi giungono rapporti in cui si parla di persone congelate fino a morirne. L’aria fredda si insidia nelle case attraverso i muri di pietra, i bambini spesso si avvolgono nelle coperte e si rannicchiano vicino al caminetto e mangiano queste patate per cercare un pò di sollievo.”
Tigre guardava Ellen con occhi meravigliati.
Sembrava che a sua espressione fosse quella di qualcuno a cui mancava la vità che aveva vissuto in precedenza e per questo Tigre non si sentiva a suo agio.
—-Parla come se fosse cresciuta in un piccolo villaggio.
Sarebbe impossibile, lei è una ragazza cresciuta come una Duchessa e addestrata nell’arte della guerra.
—Forse mi sbaglio?Comunque, non è che possa chiederglielo direttamente.
Passo un po’ di tempo, i due rimasero in silenzio mentre mangiavano le patate. Appena ebbe finito fu Tigre il primo a parlare.
“…E’ possibile che tu sia venuta ad ispezionare l’area attorno al palazzo Imperiale?”
“L’hai notato?”
Ellen guardava il viso di Tigre.
“Hai mai lasciato il tuo palazzo in incognito?”
“No esco normalmente, non c’è bisogno che io mi travesta.”
“Sono gelosa.”
Ellen sospirò, la sua faccia mostrava chiaramente le emozioni celate nel profondo del suo cuore.
“E’ uno dei miei pochi piaceri quello di fingere di essere una ragazza normale e uscire a divertirmi. Mi permette di girovagare per la città”
Nella vita di Ellen è normale essere attaccata da assassini che vogliono ucciderla.
Quando cammina per la città, ha bisogno di una grossa scorta.
“Allora perché sei andata nel panico prima quando ti ho chiamata?”
“Mi hai sorpresa…”
“….Scusa.”
Tigre si scusò sinceramente.
Ellen ha dovuto trascinarsi dietro Tigre per far sì che il suo comportamento non fosse scoperto, da Lim probabilmente.
Anche lei probabilmente vuole passare del tempo da sola.
“Beh, finiamola qua e non preoccuparti.”
Ridendo, Ellen tirò la scodella d’argilla per terra subito dopo aver finito la patata.
“Va bene tirarla lungo la strada a quel modo?”
A Nice, la capitale del regno di Brune, sarebbe considerato un atto oltraggioso, per quello Tigre lo chiese timidamente.
“Che sia lungo la strada o per terra non ha importanza. Ci sono persone che le raccolgono e in cambio ricevono piccole quantità di denaro.”
“Ah, potrebbe essere vero, anche se sono rotte, possono sempre mescolarle con altra argilla per crearne di nuove.”
Mentre rispondeva ad Ellen, anche Tigre la tirò a terra dopo aver finito di mangiare.
“Tigre hai detto che volevi chiedermi qualcosa. Ha per caso a che fare con quel libro che tieni sottobraccio?”
“Si volevo chiederti un paio di cose, ma possiamo farlo anche un’altra volta.”
Mentre le rispondeva, Ellen porse la sua mano a Tigre.
“Allora accompagnami fino a che non sono soddisfatta. E’ inaspettatamente appagante camminare assieme ad un’altra persona.”
Tigre ed Ellen guardarono svariati posti in giro per la città.
Essendo qualcuno che raramente lascia Alsace, tutto gli era nuovo. C’era molta vita in città e sembrava avesse tutto quello che uno può desiderare.
“Cos’è questo?”
“E’ un liquore a base di segala. Dato che non è forte,i bambini lo bevono spesso. Vuoi provarlo?”
Dopo che gli porsero un bicchiere, Tigre lo bevette d’un fiato e proseguì verso un’altra bancarella.
“Questo è?”
“Funghi e patate cotte al vapore. Sembra ci siano anche cetrioli.”
Il piatto era molto gustoso e lo lasciò deliziato.
“E questo?”
“Frittura mista.”
“Questa?”
“Marmellata di mele con pane al miele….Perché sei interessato solo al cibo?”
Ellen era meravigliata nel vedere come Tigre masticava il pane. Tigre continuò a porle domande e mangiare.
“E’ tutto delizioso, non avevo mai provato cose simili prima.”
“Beh i soldi sono tuoi, quindi immagino tu ne possa fare ciò che vuoi.”
Anche se questa fu la sua risposta, Ellen mangiò le stesse cose. Invece di dividerle, ne provarono una a testa.
“Beh, penso di stare mangiando troppo.”
“Tempo fa’,ci fu una sfida a chi mangiava più patate al castello. Sono riuscita a mangiare trenta patate al burro delle dimensioni di quella che abbiamo mangiato prima!”
Ellen ne parlava orgogliosamente mentre Tigre continuava a masticare pane.
Era difficile immaginarlo, con la sua piccola bocca e quel delicato corpo privo di qualsiasi grasso in eccesso.
“….Quando sparisce il cibo dalla cucina, penso tu sia la prima che venga sospettata.”
“Ho già rubato del cibo infatti, ma quando mi hanno scoperta, si sono inchinati rispettosamente dato che Eleanora-sama era quella che orgogliosamente stava mangiando il loro cibo di nascosto.”
Si fermò. Tigre era proprio mortificato.
“Sono tutte brave persone. Ma potrebbero arrabbiarsi se prendo più di un assaggio qua e là.”
“E’ meglio mangiare da soli in cucina, almeno io la penso così.”
—Io ho solo una cameriera ed è anche più giovane di me.
Ellen dopo aver assunto un’aria dignitosa ricominciò il discorso.
“Te lo dico chiaramente, non è che mangio e basta.”
“Le cene al palazzo Imperiale, normalmente sono moderate. Dato che le persone della città non vengono spesso al palazzo,dobbiamo creare ogni volta un piatto nuovo. E’ abbastanza difficile, per questo la cosa migliore è investigare, come sto’ facendo ora, su come vivono la loro vita quotidianamente e cosa mangiano.”
“Non sei particolarmente convincente con la marmellata attorno alla bocca.”
Tigre tirò fuori un fazzoletto e le pulì la bocca.
Ellen spalancò gli occhi dalla sorpresa. Si voltò presa dal panico e con la faccia tutta rossa.
“Che hai?”
“Nulla, non è nulla….Veramente, mi lascio sempre andare ogni volta che vengo qui.”
Ellen lo disse a voce bassa, poi improvvisamente si voltò di scatto.
“Ah, hai della marmellata sulla bocca anche tu.”
I suoi occhi cremisi stavano ridendo. Ellen allungò le sue sottili e bianche dita.
Pulì la marmellata dal lato della bocca di Tigre e la mangiò.
Vedendo un così amorevole, ma imbarazzante gesto, Tigre diventò tutto rosso e si voltò.
“Va bene, ora andiamo là.”
Ignorando la reazione di Tigre, Ellen segno una bancarella non troppo distante.
L’obbiettivo era quello di colpire delle bambole a forma di cavaliere con una balestra giocattolo. A seconda di che bambola riuscivi a far cadere, potevi vincere diversi premi.
La grandezza e la forma delle bambole era diversa. Quelle che facevano vincere premi costosi erano difficili da far cadere.
“Quale dovrei far cadere?”
Anche se era un giocattolo, una balestra rimaneva una balestra, quindi non avrebbe avuto problemi nell’usarla.
Dato che era una balestra, Tigre non era abituato ad usarla, ma inaspettatamente era molto entusiasta nel volerci provare.
“Hm, che ne dici di quelle due?”
Una delle due che Ellen aveva segnato, era una decisamente larga bambola, sarebbe stata difficile da far cadere. Aveva piedi larghi e un basso centro di gravità che gli conferiva molta stabilità.
“Due,mhmh”
“Puoi sparare quattro volte, pensi di riuscirci?”
Ellen glielo chiese mentre passava una moneta di rame all’uomo seduto nella bancarella.
“Beh, ci posso provare.”
Tigre prese la balestra giocattolo.
Il primo tiro la colpi facilmente.
Colpì la testa della bambola, rimbalzò su una tenda e si fermò nel retro della bancarella. Dato che stava solo misurando la traiettoria, non ci fece molto caso.
Tigre allora mirò alla più piccola delle due bambole che Ellen aveva segnato.
Anche se la colpì direttamente sulla testa,la freccia giocattolo era leggera. La bambola barcollò ma non cadde.
“Mu, che peccato.”
Ellen sembrava demoralizzata.
—Veramente non l’hai notato?
Tigre guardò Ellen, i suoi occhi erano dubbiosi. Ellen lo guardò sospettosamente. Scosse la testa, per dirle che non era nulla e tornò a puntare alle bambole.
—Veramente non l’ha notato, anche se non ha molta importanza. Va bene!
Ripetendosi queste parole nella testa,Tigre stava pensando a cosa fare col suo terzo tiro.
Da come la bambola si era mossa,Tigre sapeva che dietro c’era un supporto.
Anche se non era un grosso problema farle cadere ora che l’aveva capito, quello che sarebbe successo in seguito avrebbe potuto causare incidente.
Sparò la sua terza freccia. Passò tra le gambe della bambola, rimbalzò sul muro della bancarella e colpì la bambola.
La bambola, spinta da dietro,si sbilanciò in avanti e cadde.
“Oh! Forte!”
Ellen sembrava proprio come un bambino felice mentre il proprietario raccolse la bambola mentre schioccava la lingua annoiato. Fissò Tigre.
“Quel tiro non è valido, dato che l’ha colpita da dietro.”
Tigre ignorò le parole dell’uomo e sparò la quarta freccia.
Colpì la seconda bambola dal lato e la fece cadere.
L’uomo fissò la bambola sorpreso.
Quando Tigre, con un sorriso, diede una pacca sulla spalla all’uomo, gli sussurrò:
“Solo queste due. Sei sicuro che non vuoi che me ne vada dai qui?”
“…Cosa intendi?”
“Mi lasceresti avere queste due? Non voglio creare scompiglio dicendo a tutti che stai barando. Posso semplicemente far finta di non sapere nulla e lasciarti gestire la bancarella in pace,se capisci cosa intendo…”
“…Per favore, dimmi una cosa.”
Mentre sudava freddo, l’uomo guardò Tigre scontento.
“Con solo uno o due tiri, come hai fatto a capirlo?”
“Gli uomini fanno queste cose, non importa dove o quando. Quando ero più giovane, ho avuto a che fare con molti trucchetti simili.”
Tigre scrollò le spalle e l’uomo si mise a ridere.
Avevano raggiunto un accordo.
I premi erano un grosso orso di peluches, della grandezza di un bambino e un fiocco color porpora.
“Era abbastanza economico, e i premi erano molto buoni.”
Tigre parlò soddisfatto. L’uomo rise forte.
“Se non metti in palio buoni premi, i visitatori smetteranno di venire.”
—Decisamente. Dato che i premi erano molto buoni, i visitatori non passavano oltre senza almeno provarci. Tigre mise l’orso in una sacca assieme al libro che portava. Ellen prese il fiocco e se lo mise tra i capelli.
“Com’è?Mi dona?”
Tigre per un momento rimase senza parole. I suoi capelli argentei che fluttuavano, stavano benissimo assieme al fiocco porpora. Pensò che nessun’altra combinazione sarebbe stata migliore.
“Si, sei bellissima.”
Gli rispose sinceramente, era mortificato per aver usato parole così semplici.
“Veramente?Non me lo aspettavo.”
Ellen tocco silenziosamente il fiocco, aveva la faccia tutta rossa.
“N,non ho mai avuto molto interesse per queste cose. Dato che vengo sempre da sola, non ho mai avuto nessuno a cui poterle mostrare. Si, non è male venire con qualcuno a volte.”
Parlò velocemente, come un bambino che cercava di coprire il suo imbarazzo. Tigre sentiva che era veramente adorabile.
“Comunque, questo animale di peluches, hai un hobby che non mi aspettavo.”
“Ah, quello è per Lim, non per me.”
Sentì delle parole incredibili.
“…Eh?”
“Di sicuro ci sgriderà quando ritorneremo. Il suo umore migliorerà se gli darai quello.”
“Con questo?”
“Funzionerà. In passato gli ho riportato animali di peluches, e il suo umore è migliorato. Sono sicuro che presto lo vedrai.”
Tigre non riusciva proprio ad immaginarselo.
I due si incamminarono su di un’altra strada per evitare la folla.
Ellen si fermò di fronte ad un certo bar.
“Questo locale serve ottimi pasti. Non sono sicura che ci siano posti liberi quindi aspettami un attimo.”
Tigre si fermò e attese Ellen che aprì la porta.
C’era una lampada appoggiata su di una mensola che illuminava leggermente l’interno. I piccoli tavoli ospitavano persone di Zhcted. C’erano circa una trentina di clienti che parlavano allegramente.
Ellen guardò all’interno del locale e trovo un piccolo tavolo libero. Non dovrebbero esserci problemi se sono solo lei e Tigre.
Mentre Ellen stava uscendo per chiamare Tigre,si fermò. Le voci dei clienti la raggiunsero.
“Come va a Brune?”
“Non molto bene, una guerra civile potrebbe scoppiare in qualsiasi momento.”
L’uomo scosse la testa, come se fosse tutto assurdo. Guardandoli i due sembravano dei mercanti.
“Lord Thenardier e Lord Galeon già si facevano gli affari loro prima, ignorando il Re, ma ora le cose sono peggiorate. Qualsiasi villaggio gli si opponga viene bruciato e le città ridotte in rovina. E’ solo una voce, ma gli aristocratici che gli giurano fedeltà, vengono ricompensati con titoli o posti nel ufficio governativo.”
“Quindi è per quello che sei ritornato.”
Si, preferisco non rimanerne coinvolto, quindi me ne starò qui per un po’.”
Ellen uscì dal locale e sorrise a Tigre scrollando le spalle.
“E’ pieno. Andiamo da un’altra parte.”
Dato che non riuscirono a trovare un locale di loro gradimento,Tigre ed Ellen si sedettero in una piazzetta, comprando delle mele cotte e del liquore di segale.
“A proposito, cosa volevi chiedermi?”
Avendo finito tutti gli argomenti e dato che la giornata stava per finire, Ellen si fece avanti mentre prese un sorso di liquore.
Tigre guardò il sacco che conteneva l’orso e il libro di storia, poi alzò lo sguardo verso l’oggetto che era legato alla vita di Ellen. Dopo qualche secondo, si fece coraggio e chiese:
“Ho solo letto uno di tutti i libri di storia, ma c’è una parola che mi è rimasta impressa. Arifal, è questo il nome della tua spada?”
“Esattamente.”
Ellen chiamò la spada avvolta dal panno bianco. Usando un dito, la scoprì.
La piccola porzione che andava dalla fine del fodero e l’inizio dell’impugnatura si illuminò.
Si alzò un leggero venticello e solleticò i capelli di Tigre.
“Quindi era questo ciò a cui pensavi.”
“…E’ come se questa spada abbia una propria volontà.”
Tigre parlo mentre si sistemava i capelli che erano stati scompigliati dal vento. Ellen rise mentre copriva nuovamente la spada.
“E’ anche chiamata[Brillant Beheader of the Fallen Spirit].E’ un arma in possesso esclusivamente alle Vanadis.”
Tigre non riuscì a rispondere immediatamente. Anche se era difficile da credere, ne era stato testimone già due volte, questa era la terza.
“I libri di storia lo chiamano [Dragonic Tool] ed è in grado di controllare il vento. Non ho capito bene tutti i dettagli…ma è questa spada che produce quel vento?”
“Per essere più precisi, lo può manipolare. L’hai già visto, è stata in grado di deviare la tua freccia e di sollevare un intero cavallo.”
“…Perché a Dinant non l’hai usata contro di me?”
Era una battaglia disperata, per questo si sentiva disturbato dal fatto che era stato sottovalutato.
“Perché così era più divertente.”
Tigre rimase stupefatto dall’immediata risposta di Ellen.
“In quel momento avrei potuto deviare anche le altre frecce usandolo, ma volevo competere col tuo arco usando solo la mia abilità.”
“Hai fatto una cosa pericolosa.”
Tigre la guardo, era sia confuso che sorpreso.
“E’ andata bene, quindi non preoccuparti. C’è altro che vuoi chiedermi?”
“Anche le altre Vanadis hanno armi simili?”
“Si. Anche loro posseggono dei [Dragonic Tool], solo che sono tutti diversi. Beh, alla fine, sono armi che vanno al di là della comprensione umana.”
Il suo sorriso scomparve. Ellen parlò seriamente come se fosse su un campo di battaglia.
“Si dice che le Vanadis riescano a combattere contro anche mille uomini. In realtà, anche se una Vanadis deve essere un eccellente soldato, ognuna impugna un [Dragonic Tool] ed è quello che gli da il potere di affrontare un’armata di guerrieri. Ci sono leggende, di Vanadis che hanno affrontato tremila, anche cinquemila uomini da sole.”
Anche se la parola “mostri” era ferma nella gola di Tigre, si sforzò di non pronunciarla.
“Strano. Allora perché non invadete Brune o Mouzinel?”
Ognuna di queste sette persone, era letteralmente un degno avversario per mille soldati.
Anche se metà delle truppe venissero lasciate indietro a difendere il regno, se tre o quattro di loro combattessero assieme potrebbero espandere notevolmente il loro territorio. Non potrebbero essere biasimate per l’invasione se vincessero.
—O forse è il Re che non vuole.
Ellen incrociò le braccia e guardò il cielo, cercando di pensare ad una risposta da dare.
“Ultimamente, è perché il Re ci ha detto di non farlo.”
Sentendo la risposta, Tigre non sapeva che dire.
Le sue parole non sembravano mostrare affetto nei confronti della famiglia reale, parlò come se stesse giocando. Non contenevano né buona volontà, né rispetto.
“….Per caso non ti piace l’attuale Re di Zhcted?”
“Anche se non lo odio, non mi piace particolarmente. Lui è il Re, quindi ci parlo solo occasionalmente.”
Come se stesse ricordando qualcosa di spiacevole, l’espressione di Ellen si fece amara.
“Il nostro regno ora sta solo cercando di mantenere la pace e la stabilità. Ci sono state decadi, anche secoli in cui non siamo riusciti ad espandere i nostri territori. Anche se ogni Re è stato eccellente a modo suo, nessuno è riuscito a unire tutte e sette le Vanadis. Spesso, perché le temevano e quindi si scontravano. Ora le Vanadis, anche se pretendono di seguire il Re, stanno tutte cercando una persona che possa diventare un leader.”
“E’ terribile…”
Riuscì a dire solo questo.
“Nessuna delle Vanadis aspira a diventare Re?”
“Le Vanadis si inginocchiano di fronte al Re. Il Re deve essere difeso. Quelli che combattono per un Re, non possono diventare dei Re.”
Tigre inclinò la testa sentendo questa risposta.
—C’è forse qualche restrizione a cui devono sottostare?
Anche se andava oltre il senso comune, non era una storia così impossibile.
L’esistenza di un potere che sorpassa il senso comune, Tigre lo ha già sperimentato.
“L’attuale Re è un uomo del genere. Mentre le Vanadis superficialmente si inginocchiano a lui, non ha l’abilità per far sì che seguano sinceramente la sua leadership, e neanche noi abbiamo la volontà di farlo. Lui ha molti dubbi nei nostri confronti e sta’ allerta nel caso facessimo qualcosa di sospetto. Pensa solo a come ridurre la nostra influenza per timore che ci possiamo rivoltare. Non ha ne l’astuzia, ne il coraggio di attaccare un’altro paese.”
Ellen dopo aver scosso la testa, fece un profondo sospiro.
“Vorrei qualcuno con entrambe quelle qualità, qualcuno con grande influenza politica, qualcuno che possa essere sia severo quando serve che gentile. Vorrei un Re che non si faccia sopraffare dalle emozioni e che sia pieno di senso di giustizia…”
“Sembra che tu abbia molti problemi.”
“—Non serve a niente che io continui a lamentarmi, ma veramente, vorrei un Re migliore.”
“… Capisco.”
—Se solo Sua Altezza, il Re di questa nazione, fosse leggermente migliore…
“Comunque, se qualcuno mi chiedesse cosa vorrei cambiare di questo paese, esiterei nel dire qualcosa. E’ grazie al suo potere se i cittadini di LeitMeritz hanno una vita pacifica. Non penso io potrei essere un Re migliore, dato che agirei per motivi personali.”
“Non dovresti insultarti a quel modo.”
Tigre la fermò, sentendo come si auto-commiserava.
“Il motto della mia famiglia è [Un cacciatore non deve tenere la freccia troppo, ne cacciare troppo spesso]. ”
“Cosa significa?”
Ellen ascoltava le parole di Tigre con molto interesse, aveva gli occhi ben spalancati.
“Anche se la freccia è necessaria per cacciare, se usata troppo spesso, rovina la terra. Dicendola semplicemente, cacciare sulle montagne o nella foresta è divertente solo se non lo fai sempre.”
“…Intendi di fare tutto con moderazione?”
“Anche se può sembrare arrogante detto da me, tu credi troppo poco nelle tue abilità. Dovresti capirlo, avendo visto la città. La tua terra non è male.”
Gli occhi cremisi di Ellen guardavano Tigre con molta curiosità, mentre le parlava sinceramente.
“Tu…”
Il suo mormorio era coperto dal rumore del vento.
L’aria fredda portata dal vento, facevano ondulare i suoi capelli color argento. La notte si stava avvicinando.
“Proprio ora, cosa…?”
Mentre Tigre stava per parlarle, Ellen si alzò energicamente senza rispondergli.
“Non avrei mai pensato di essere confortata proprio da te.”
Si girò e guardò Tigre, le era tornato il solito sorriso.
“Ti ringrazio, ora mi sento leggermente meglio.”
E’ cosi allora. Era strano, pensando alle loro rispettive posizioni, che fosse lui a tirarle su il morale. Comunque, Tigre ne era contento.
Mentre Ellen stava per gettare via il contenitore delle mele, improvvisamente si fermò, sentendo i miagolii di un gattino sul ramo di un albero.
Ellen gli si avvicinò allegramente e gli porse il torsolo della mela.
“Ti piacciono i gatti?”
“Ne avevo uno molto tempo fa’, dato che erano utili a cacciare i topi. Ora come ora ho solo Lunie…Tu ne hai?”
“Piuttosto che dire che da piccolo ho avuto un animale, aiutavo un uomo a prendersi curo di un vecchio cane da pastore.”
Tigre cominciò a ricordarsi di quei giorni.
“Era di grande stazza e dormiva sempre.”
“Il suo corpo doveva essere perfetto per dei pisolini, vero?”
“Quello…”
“Hyau!”
Ellen fece un urlo e saltò di lato, aggrappandosi a Tigre. Mentre si stringeva a lui, Tigre sentì qualcosa che non avrebbe dovuto.
“Co,cosa?Cos’era quel tono che hai appena usato!”
Alzo il piede e cominciò a calpestargli il piede.
“Torna indietro in quel vicolo. Ti taglio la lingua se provi ancora a dire qualcosa di inappropriato.”
Si senti il suono metallico della sua spada che stava per essere estratta. Guardava Tigre intensamente con la faccia tutta rossa.
“Scusa. Quello è stato veramente inappropriato.”
“Veramente…Non ho mai urlato in quel modo nemmeno quando affrontavo orsi o cinghiali.”
“…”
“—Ci stai ancora pensando?”
La spada che teneva alla vita, venne nuovamente estratta.
“No, Assolutamente no! non ci sto’ assolutamente pensando!”
Tigre negò agitando furiosamente le mani.
“Ma cos’era, cosa ha potuto sorprenderti a quel modo?”
Tigre guardò ai piedi di Ellen, vide che c’era un insetto nero che si muoveva.
Tigre rimase meravigliato nel vedere che un insettino aveva costretto una Vanadis a mettersi sulle punta dei piedi.
“Non li vedi spesso?Il palazzo Imperiale…. è molto ben pulito, e suppongo che sul campo di battaglia tu non abbia il tempo di notarli.”
Tigre lo disse per mostrargli un po’ di simpatia.
Lui invece, era abituato a vederli, dato che spesso li trovava sulle montagne o nelle foreste dove andava a caccia.
“Se riesci a vederli,non importa dove sei, continuerai ad odiare ciò che odi.”
L’espressione di Ellen, faceva capire chiaramente che più che odiarli, ne era terrorizzata.
La sua faccia e i suoi gesti erano adorabili, come quelli di un bambino. Tigre inavvertitamente rise.
“Cos,cosa c’è di divertente?”
“No, sono alquanto sollevato nel vedere che anche tu puoi avere delle debolezze.”
“Tu….”
La faccia di Ellen era completamente rossa e aveva difficoltà a ribattere alle parole di Tigre. Sbuffando decise di cambiare tattica.
….Ha deciso di passare all’offensiva.
Tigre era perplesso. Anche se le sue parole erano sincere,potrebbero averla offesa in qualche modo.
Comunque non se ne preoccupò molto. Ellen fece un paio di passi in avanti, facendo scuotere i suoi capelli argentati. Si guardò alle spalle e fissò Tigre.
“Andiamo.”
Tigre corse dietro ad Ellen che si allontanava.
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Una volta ritornati a Palazzo, videro Lim che li aspettava al portone di ingresso.
Anche se normalmente non faceva vedere le sue emozioni,era chiaro che dai suoi occhi azzurri trasmetteva un senso di rabbia. Tigre involontariamente arretrò.
“Avete fatto con calma.”
“Il giorno non è ancora finito, ecco un souvenir.”
Ignorando la sua voce arrabbiata, Ellen le passò la sacca che conteneva l’orso di peluches, rispondendole normalmente. Anche se Lim aveva un’espressione come se volesse dire qualcosa a Tigre,si trattenne e guardò all’interno.
“…Questo,questo è.”
“Ti piace?Volevo farti un regalo, cosi sono andata in città.”
Ellen parlò fluemente, pavoneggiandosi. Non c’era solo rabbia che usciva dal corpo di Lim ora.
“Comunque, stavi cercando qualcuno?”
“Sfortunatamente, eri tu.”
“Ho capito. Comunque, avevo compagnia stavolta.”
Sentendo ciò, Lim cominciò a guardare Tigre.
“…Perché sei ritornato?Dovrebbe essere stata un’opportunità d’oro per te per scappare. Hai così tanta confidenza di poter ritornare al tuo paese?Sei per caso così stolto?Capisci la posizione in cui ti trovi?”
“Dovresti complimentarti con me invece per non aver colto questa opportunità.”
“Capisco, sei proprio uno stolto.”
Lim rispose immediatamente a Tigre.
“Non dovresti essere così dura. Alla fine è ritornato, in più è stato Tigre a prenderti quel regalo.”
Mentre Ellen faceva da mediatore, Lim si chiuse nel suo silenzio.
“Lim, puoi tornare nella tua stanza, riaccompagno io Tigre.”
Ellen agitò la mano. Lim sospirò e ritornò alla sua solita poco amichevole espressione.
Fece un inchino in silenzio e si allontanò stringendo la sacca.
“Bene questo è sistemato. Ora seguiamola.”
“Seguirla?”
Tigre guardò Ellen sospettosamente.
“Ti mostrerò qualcosa di interessante.”
Ellen si incamminò vivacemente seguita da Tigre. I soldati la salutavano appena la vedevano. Ellen faceva un leggero gesto con la mano per ritornare il saluto. Tigre notò che facevano un leggero inchino anche a lui.
“Non riesco a riconoscere questo posto.”
Tigre le disse, dato che era sempre Rurick che lo guidava in giro per il palazzo.
“Penso sia normale? Dopotutto qua attorno ci sono le camere delle donne.”
Stavano passando per un corridoio stretto, allineate ad intervalli regolari c’erano diverse porte. Si potevano sentire voci di ragazze provenire da alcune di esse.
“Sei sicura che vada bene?”
“Ti do io il permesso. Cammina silenziosamente.”
Ellen si fermò di fronte una porta. Dopo aver confermato che nei dintorni non ci fosse nessuno, estrasse con cautela la spada e recitò un piccolo incantesimo.
L’aria cominciò a muoversi. Tigre capì immediatamente che aveva usato il potere di [Arifal].La faccia della Vanadis, sembrava quella di un bambino che stava per fare uno scherzo.
“Anche se la porta è aperta,Lim non riuscirà a sentire alcun rumore.”
“…La tua spada piangerà per questo. Almeno io lo farei.”
Veramente, Tigre si sentiva dispiaciuto per la spada. Tigre senti qualcosa sul collo. Sembrava che il vento si stesse lamentando, sembrava insoddisfatto.
“Ascolta. Non vuoi sapere cosa ne farà del nostro regalo?”
Certamente, Tigre era ansioso quando ha visto Lim stringere la sacca e andarsene.
— Ellen ha detto che lo avrebbe trattato con molta cura.
Anche se non poteva sentire nulla, c’era sempre la possibilità che fossero notati. Tigre aprì la porta con molta cautela, aprendo una fessura sufficiente affinché entrambi potessero sbirciare.
Lim era seduta sul letto, stava abbracciando l’orso. Anche se non era possibile vederle il viso, era facile immaginare la sua espressione vedendone come si comportava.
Tigre era meravigliato. Più che il suo comportamento, quello che lo impressionava era il numero di animali di peluches che c’erano all’interno.
Era veramente inusuale, data la fredda impressione che dava di solito. Non avrebbe mai potuto immaginarlo.
Tigre ed Ellen continuavano a guardarla. Lim continuava ad abbracciare felicemente l’orso.
“Che nome potrei darti. Alexei… non l’ho ancora usato…I tuoi occhi sono del colore dei melograni…Che faccio.”
—Gli da un nome!A tutti ne ha dato uno.
Aveva raggiunto il suo limite.
Tigre chiuse la porta silenziosamente e guardò Ellen.La sua faccia era divertita.
“Ecco la verità. Ecco ora che lo sai puoi usarlo come arma. Regalale qualche animale di peluches. Di solito mi perdona se faccio così.”