12 – Disperazione e decisioni (Lato degli Studenti)

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Tornando indietro nel tempo.

In una delle camere da letto del palazzo reale del regno di Hairihi, Yaegashi Shizuku stava svegliando la sua migliore amica ancora dormiente. Il suo umore non era dei migliori. Erano passati 5 giorni da quando hanno sperimentato la loro prima esperienza sull’essere sul filo del rasoio e aver visto qualcuno morire.

Dopo l’incidente, il gruppo pernottò nella locanda della città di Holward, per poi partire per la capitale il giorno seguente, viaggiando su delle carrozze. Con l’atmosfera che si era creata, era impossibile continuare l’allenamento al Dungeon. Anche se era definito un’incompetente, è stato l’eroe che si è sacrificato per loro. Perciò, bisognava presentare un rapporto al Re e alla Chiesa. Oltretutto, sarebbe stato un problema se il loro spirito si spezzasse in quel posto; di conseguenza si decise che il party dell’eroe si sarebbe dovuto riprendere, prima di mandarlo a compiere altri incarichi pericolosi.

Ricordando l’incidente dopo il loro ritorno nel regno, Shizuku desiderava che Kaori si svegliasse al più presto, e allo stesso tempo, voleva che continuasse a dormire. Quando la notizia della morte di Hajime arrivò alle orecchie della corte reale, all’inizio tutti i presenti impallidirono per poi tirare un sospiro di sollievo venendo a sapere che il caduto era “L’incompetente”. Tutti, senza eccezioni. Comunque sia, l’incidente fu insabbiato, anche perché sarebbe stato problematico se si fosse venuto a sapere che un membro del gruppo dell’eroe fosse morto. Dopotutto, detenevano il titolo di Apostoli di Dio, che per i paesani era sinonimo d’invincibilità.

Tuttavia, mentre il Re e Ishtar parlavano di lui gentilmente, tra la corte c’era chi non lo apprezzava e non esitava a seminare malelingue. Naturalmente, non potevano farlo in pubblico, ma era questo il gossip del momento tra gli aristocratici. ‘Grazie a Dio che sia stato l’incompetente a morire. Un peso morto come lui, era scontato che morisse.’ Di fronte a tali pettegolezzi, Shizuku a malapena riusciva a trattenere la sua rabbia. Non hanno alcun rispetto per colui che li ha salvati.

Kouki, a causa del suo forte senso di giustizia, fu il primo a scoppiare dalla rabbia e protestare con veemenza. Sapendo che non sarebbe stato saggio lasciare una cattiva impressione su di loro, il Re e Ishtar punirono tutti quelli che sparlavano di Hajime… di conseguenza, si sparse a macchia d’olio la voce che al gentile eroe Kouki, gli si era spezzato il cuore per la morte del compagno incompetente. Alla fine, la popolarità di Kouki aumentò a scapito della reputazione di Hajime che aveva toccato il fondo e forse lo stavano addirittura raschiando.

In quel momento, non c’era alcun dubbio che Hajime li avesse salvati. Era riuscito a tenere testa da solo ad un mostro impossibile da battere. La causa della morte di Hajime era un proiettile vagante sparato da qualcuno dei compagni di classe.

Forse era già stato pianificato in precedenza, ma nessuno volle toccare la questione. Anche se confidano nelle loro abilità magiche, pensare che in quel momento, durante quella tempesta di magia… Se cominciassero a pensare ‘Che sia stata colpa mia.’ Avrebbe voluto dire autoproclamarsi assassini.

Per fuggire dalla realtà, la colpa venne attribuita alla goffaggine di Hajime. Dopotutto, i morti non parlano. Piuttosto che cercare un colpevole, era più facile pensare che Hajime ha subito le conseguenze delle sue azioni. Gli studenti erano d’accordo su tale convinzione senza doverne neanche discutere.

Il Comandante Meld condusse delle indagini al fine di far luce su ciò che era successo, interrogando anche gli studenti. Ma si rivelò difficile farlo dato che i testimoni continuavano a rifugiarsi nel mondo delle nuvole. Anche se per negligenza, era convinto che avrebbe ottenuto delle risposte durante delle sedute di assistenza psicologica. Se la questione fosse stata lasciata così com’è, in seguito sarebbe diventato molto difficile affrontarlo. Non essendo stato in grado di salvare Hajime, il Comandante Meld si sentiva in colpa per gli eventi che hanno portato alla sua morte.

Ma le indagini del Comandante non passarono inosservate. Nonostante la sua insistenza, Ishtar proibì a Meld di continuare le indagini e in seguito glielo proibì anche il Re.

“Se tu lo venissi a sapere… ti arrabbieresti?”

Borbottò Shizuku mentre teneva la mano di Kaori che non si era più svegliata da quel giorno. Secondo il dottore, fisicamente sta bene, ma è molto probabile che questo stato di coma sia un sistema difensivo per proteggere la mente dallo shock psicologico. Tutto ciò che si poteva fare, era aspettare.

Senza rivolgersi ad alcun dio, Shizuku cominciò a pregare “Ti prego, credi che la mia migliore amica non abbia già sofferto abbastanza?”

In quel momento, la mano di Kaori fece un leggero movimento.

“…?! Kaori! Riesci a sentirmi?! Kaori!”

Alla chiamata disperata di Shizuku, le palpebre di Kaori cominciarono a tremare. La chiamò di nuovo e in risposta, la mano di Kaori strinse la sua. Kaori aprì lentamente gli occhi.

“Kaori!”

“……Shizuku-chan?”

Mentre Kaori si alzava in modo da sedersi sul letto, Shizuku stava per scoppiare a piangere. Guardandosi in giro con gli occhi ancora assonnati, il suo cervello cominciò a svegliarsi e guardò l’amica che continuava a chiamarla.

“Si. Sono io. Kaori, come sta il tuo corpo? Ti senti a tuo agio?”

“Uh, si, sto bene. Mi sento un pochino debole… forse è perché ho dormito fino ad adesso…”

“Bè hai dormito per 5 giorni… è stancante, credo.”

Mentre le diceva quanti giorni ha dormito, Shizuku l’aiutava ad alzarsi e fece un sorriso tirato. La reazione di Kaori fu:

“5 giorni? Così tanto… perché… io, ero sicura di essere nel Dungeon… e…”

Vedendo che i suoi occhi stavano perdendo vita, Shizuku cercò di cambiare argomento. Ma la memoria di Kaori fu più veloce.

“E allora… Ah…Nagumo-kun?”

“Ecco…”

L’espressione di Shizuku divenne amara, preoccupata su come dovrebbe comunicarle la notizia. Vedendo lo stato dell’amica, unita ai suoi ricordi tornati, comprese la gravità della tragedia. Ma ancora, non era in grado di accettare la realtà.

“… È una bugia, non è vero? Shizuku-chan. Dopo che ho perso i sensi, anche Hajime si è salvato, vero? Non è vero? Siamo in una stanza del castello? Siamo tornati tutti non è vero? Nagumo-kun… si sta allenando? È al campo d’allenamento? Nn… esco per un po’ in modo da poter ringraziare Nagumo-kun… mi daresti una mano? Shizuku-chan.”

Fuggendo dalla realtà, Kaori continuò a parlare, desiderosa di vedere Hajime. Shizuku continuò a tenere il braccio di Kaori. Ha un’espressione dispiaciuta, ma la fissava con risolutezza.

“…… Kaori. Lo sai non è vero?… Lui non è più qui.”

“Ferma…”

“E proprio come ricordi Kaori.”

“Fermati…”

“Lui… Nagumo è…”

“No, fermati… non dire altro!”

“È morto, Kaori.”

“Ti sbagli! Non è morto! Ti stai inventando tutto! Come fai a dire una cosa del genere! Non ti permettere Shizuku-chan!”

Negando l’evidenza mentre scuoteva la testa, Kaori cercò di liberarsi dalla presa di Shizuku. Rifiutandosi di lasciarla andare, l’abbracciò cercando di scaldare il cuore ghiacciato dell’amica.

“Lasciami! Lasciami andare! Devo trovare Nagumo-kun! Ti prego… deve essere ancora vivo… lasciami andare.”

Prima ancora di rendersene conto, Kaori stava singhiozzando sul petto dell’amica mentre urlava, “Lasciami andare”. Tra le braccia dell’amica, cominciò a piangere. Tutto quello che Shizuku poteva fare in quel momento, era stringere a se l’amica, sperando che ciò bastasse a consolarla.

Chissà per quanto tempo sono rimaste così. Se guardavano il cielo fuori dalla finestra, era tinto di un rosso per via del tramonto. Nervosamente, Shizuku chiese.

“Kaori…”

“… Shizuku-chan… Nagumo-kun…è caduto… non è più qui…”

Sembrava un sussurro. La voce di Kaori sembrava stesse per scomparire da un momento all’altro. Shizuku non tergiversò. Forse, sussurrandole delle parole dolci potrebbe darle un sollievo temporaneo. Però, anche se guarisse la ferita, la cicatrice rimarrà. Ma soprattutto, non vuole vedere l’amica soffrire più di quanto non abbia già sofferto.

“Giusto.”

“In quel momento, sembra che Nagumo-kun fosse stato colpito da una delle nostre magie… chi era stato?”

“Non lo so. Nessuno vuole toccare l’argomento. È spaventoso pensarci. Supponendo, che fossi stata io a…”

“Capisco.”

“Mi odieresti?”

“…… Non lo so. Se sapessi chi… ne rimarrei infastidita. Ma… siccome non ne ho alcuna idea… è meglio così. Di sicuro, non riuscirei a controllarmi…”

“Quindi…”

Kaori si prese la testa e cominciò a parlare a scatti. Ogni tanto si strofinava gli occhi che erano diventati rossi e guardava Shizuku. Fu proprio guardandola negli occhi che risoluta dichiarò.

“Shizuku-chan, io non ci credo. Nagumo-kun è ancora vivo. Non credo che sia morto.”

“Kaori, questo è…”

Ancora una volta, l’espressione di Shizuku aveva un’espressione addolorata e voleva persuaderla. Però, Kaori prese le guance di Shizuku e disse, con un sorriso.

“Lo so, so che è strano che qualcuno possa sopravvivere dopo una caduta simile… ma non possiamo esserne certe. Anche se le chance che sia sopravvissuto sono dell’1% non sono 0… io, voglio crederci.”

“Kaori…”

“Diventerò ancora più forte. Abbastanza forte da poter affrontare una situazione simile. Fino a quando non l’avrò visto con i miei occhi… Shizuku-chan.”

“Cosa?”

“Prestami la tua forza.”

“……”

Shizuku la fissò negli occhi. Non vi era traccia di pazzia o escapismo nei suoi occhi, c’era una pura volontà di rifiutare la resa fino a quando non ne avrà le prove. Quando è così, Kaori diventa irremovibile. Perfino la sua famiglia può niente quando è così.

Solitamente, Kaori non scarta alcuna speranza fino a quando non c’è l’ha davanti. Al fine di fuggire dalla realtà, è normale pensare che qualcuno sia potuto sopravvivere nonostante una caduta del genere. Molto probabilmente la maggior parte delle persone, tra cui Ryutaro e Kouki, avrebbero cercato di persuaderla. Ecco perché…

“Certamente. Ti accompagnerò fino a quando non sarai soddisfatta.”

“Shizuku-chan!”

“Grazie!” continuò a ripetere Kaori mentre la abbracciava. “Non c’è bisogno che mi ringrazi. Dopotutto siamo migliori amiche no?” Non importi come la guardi, Shizuku sembra un gentleman. Il suo titolo di “ragazza samurai” non gli è stato dato per scena.

In quel momento, la porta della stanza si aprì all’improvviso.

“Shizuku! Kaori si è… svegliata…”

“Oh, come sta… Kaori…”

Erano Kouki e Ryutaro venuti a controllare come stava Kaori. Entrarono con gli abiti da allenamento, sporchi e sudati. Sin da quel giorno, con la morte di Hajime ancora vivida nei loro ricordi, i due avevano votato anima e corpo all’allenamento. Dopotutto è a causa della loro esitazione nel ritirarsi ad aver causato tutto ciò. L’unico che aveva impedito che morissero li era Hajime. Il loro desiderio che una cosa del genere non succedesse di nuovo, infiammò il loro spirito combattivo.

Quelle due persone erano rimaste di pietra non appena entrarono nella stanza. Shizuku, sorpresa, chiese.

“Voi due, cosa…”

“S-scusate!”

“N-non volevamo interrompere niente.”

Non riuscì a finire la domanda che i due avevano lasciato la stanza, quasi avessero visto qualcosa a cui non dovevano assistere. Kaori aveva uno sguardo vuoto, ma Shizuku comprese il perché di tale gesto.

Kori era seduta sulle cosce di Shizuku, le stava tenendo le guance e i loro volti erano abbastanza vicini da poter dire che si fossero baciate. Shizuku, per impedire che Kaori cadesse, aveva le braccia intorno alla vita snella e sulla spalla dell’amica. Sembrava la stesse abbracciando.

In pochi parole, Kouki e Ryutaro, si erano trovati di fronte a una scena Yuri. Se fosse stato un manga, in questo momento sarebbero sbocciati dei fiori sullo sfondo.

Kaori aveva ancora uno sguardo vuoto e non era ancora in grado di capire cos’era successo. Dopo aver guardato con distanza l’amica, Shizuku fece un profondo sospiro e successivamente urlò.

“Tornate subito qui, brutti coglioni!!!”

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