01 – Evocato in un Altro Mondo

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Hajime era immobile, con gli occhi chiusi e le mani a protezione del volto. Sentì un fruscio e cominciò ad alzare lentamente le palpebre.

Perplesso, si guardò intorno. La prima cosa che vide fu un enorme dipinto. Era largo almeno dieci metri, e rappresentava un essere androgino dai lunghi capelli dorati, con un tenue sorriso e un’aureola sulla testa. Sullo sfondo, vi erano dipinte pianure erbose, laghi e montagne. Le braccia della persona erano aperte, quasi volesse accoglierli. Era un dipinto mozzafiato. Però, dal dipinto, Hajime provò una strana sensazione di freddezza.

Notò che erano in un’ampia sala, che sembrava essere stata costruita con del marmo, dando una bellissima illusione di lucentezza all’ambiente. L’edificio era stato eretto con pietre bianche patinate, supportato da colonne dall’aspetto delicato e il soffitto era a forma di cupola. Dall’atmosfera che si percepiva, si aveva la sensazione di trovarsi all’interno di una cattedrale.

Lui e gli altri si trovavano su un piedistallo nella parte più profonda dell’edificio. Hajime, guardando i suoi compagni di classe, vide sui loro volti la sua stessa espressione perplessa. A quanto sembrava, tutti gli studenti che erano presenti nell’aula erano stati coinvolti da quello strano fenomeno.

Hajime si voltò, trovando la figura confusa di Kaori. Tirò un sospiro di sollievo vedendola incolume.

Tutti quanti si voltarono verso le figure che circondavano il piedistallo, come se fossero in cerca di risposte. Esatto. Hajime e i suoi compagni di classe non erano gli unici presenti in quella sala. C’erano almeno trenta persone inginocchiate e con le braccia incrociate, quasi stessero pregando. Indossavano tutti abiti bianchi ricamati d’oro, con un bastone appoggiato al loro fianco. La punta del bastone assomigliava ad un ventaglio e vi erano appesi vari dischi circolari.

Un uomo sui 70 anni si fece avanti. I suoi abiti erano ancora più sfarzosi di quelli indossati gli altri, e portava un cappello alto circa 30 cm, somigliante a quello di un mago. Emanava un’aura autoritaria e se non fosse stato per il suo volto rugoso e gli occhi sottili, si sarebbe potuto dire che aveva sui 50 anni.

Shing! Shing! Dopo aver provocato questo suono con il suo bastone, l’uomo cominciò a parlare.

“Benvenuto a Tortus, Eroe-sama e compagni. Vi stavamo aspettando. Io sono Ishtar Lombard, Papa della Chiesa dei Santi. Non c’è bisogno che ricambiate il saluto. Seguitemi.”

Dopo essersi presentato, l’uomo chiamato Ishtar fece un sorriso tipico delle persone anziane.

*****

Vennero accompagnati in un’altra sala e furono fatti sedere uno di fianco all’altro ad un tavolo da pranzo lungo almeno una decina di metri. Mentre venivano accompagnati fin lì, aveva notato delle sale simili e con lo stesso tipo di tavola. Non c’era molta differenza tra questa e le altre. Perfino un dilettante avrebbe notato che i mobili, i quadri, gli affreschi e tutto ciò che c’era all’interno erano quasi sicuramente prodotti di mastri artigiani. Probabilmente, in questo posto venivano tenuti pranzi o riunioni. A capotavola si sedettero Hatakeyama Aiko-sensei e il gruppo di Kouki. Tutti gli altri seguirono e Hajime fu l’ultimo a prendere posto.

Non c’era stata molta confusione mentre venivano accompagnati in quella stanza, forse non erano ancora riusciti a mettere in ordine le idee. Probabilmente, è solo grazie all’esistenza carismatica di Kouki che tutti mantennero la calma, mentre Ishatar spiegava cosa stava accadendo. Aiko-sensei si commosse, orgoglioso del comportamento dei suoi studenti.

Con un tempismo perfetto, delle cameriere entrarono con un carrellino non appena tutti si sedettero. Proprio così, delle autentiche cameriere! E per giunta del tipo che dimorano nei sogni di ogni uomo: cameriere bishoujo! In tale circostanza, i ragazzi non riuscirono a trattenere le loro emozioni, e molti di loro tennero gli occhi fissi sulle cameriere. Le ragazze, invece, lanciarono delle occhiate gelide.

Hajime non poteva farci niente, e fissò la cameriera mentre lo serviva. Per qualche ragione, un brivido freddo si fece strada lungo la sua schiena e distolse lo sguardo. Non lo notò, ma l’origine di quel brivido, era lo sguardo che Kaori gli stava lanciando. Per qualche ragione aveva un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

Dopo essersi assicurato che tutti avessero ricevuto una bevanda, Ishtar cominciò a spiegare la situazione.

“Ora… sono certo che sarete confusi. Prima di iniziare a spiegarvi cosa sta succedendo, ci tengo a dirvi che gradirei che mi ascoltaste fino alla fine.”

Quando cominciò a parlare, il racconto di Ishtar sembrava talmente fantasioso che nessuno riuscì a capirci qualcosa. Per farla breve, si trovavano in un mondo chiamato Tortus, abitato principalmente da tre razze: gli Umani che governavano le Regioni settentrionali; i Demoni che governavano quelle meridionali; i semi-umani che abitavano le lande selvagge dell’Est.

Tra gli Umani e i Demoni era in corso una guerra, ormai da secoli. Sebbene fossero in numero inferiore, i Demoni compensavano questo svantaggio con una forza formidabile, ed è solo per questo che erano riusciti a tenere in stallo le forze umane. Negli ultimi decenni, la guerra era regredita ad uno stato di guerra fredda. Solo di recente la situazione si era evoluta. I demoni avevano iniziato a utilizzare le Bestie Magiche.

Si pensa che gli animali selvatici, quando assorbono una certa quantità di magia, si trasformino in Bestie Magiche. Non si riesce a capire se possano essere classificate come esseri viventi o meno, ma sta di fatto che sono tanto forti quanto feroci e come se non bastasse, possono anche utilizzare delle magie uniche.

Fino ad ora, si sono sempre mosse in base al loro istinto di sopravvivenza. Le persone che potevano controllarle erano rare e chi ci riusciva, ne poteva controllare al massimo due. Però, questa nozione ormai data per assunta era stata infranta dai Demoni, privando gli umani anche della superiorità numerica. In poche parole: l’Umanità era in un mare di guai.

“Eht-sama è il vostro evocatore. È il Dio che noi esseri umani veneriamo ed è l’unico Dio della Chiesa dei Santi. È l’essere supremo che creò questo mondo e probabilmente lo avrà già notato. Se continua così, l’Umanità sarà sterminata. Voi siete stati convocati per impedire che ciò accada. Venite da un mondo notevolmente superiore al nostro, come lo sono i vostri poteri. Prima di evocarvi, Eht-sama ci ha avvisato del vostro arrivo tramite un Oracolo. Voi siete la nostra “Salvezza”. Per il volere di Eht-sama, usate la vostra potenza innata e sconfiggete i Demoni. Garantite la sopravvivenza dell’Umanità!”

Il solo menzionare l’Oracolo aveva garantito a Ishtar un biglietto per il mondo delle nuvole. Da quel che aveva detto, il 90% dell’umanità era seguace della Chiesa dei Santi. E di solito quelli che potevano ascoltare l’Oracolo erano persone molto influenti all’interno della Chiesa.

Sembrava che Ishtar non mettesse in dubbio la “volontà di Dio”, anzi, sembra che lo abbia riempito di gioia. Hajime sentiva che in questo mondo c’era qualcosa di terribilmente sbagliato e provava un senso di panico che non riusciva a descrivere. All’improvviso, apparse una persona che si oppose alla cosa.

Era Aiko-sensei

“La prego di non scherzare! Voi volete mandare questi ragazzi in guerra?! È assolutamente fuori questione! In quanto insegnate, non permetterò che ciò accada! Le loro famiglie saranno preoccupate, quindi riportateci immediatamente indietro! Quello che state facendo è un crimine!”

Aiko-sensei, 25 anni, era un’insegnate di Sociologia molto popolare, e in quel momento aveva il volto rosso dalla rabbia. Alta circa 150 cm, aveva un viso da bambina e i capelli a caschetto. Gli studenti non poterono trattenere un sorriso alla vista di Aiko-sensei che sbraitava per garantire la loro sicurezza. Sono molti gli studenti che desiderano proteggerla, visto il duro lavoro che faceva per loro, anche se spesso invano. Al di fuori della scuola, la chiamavano Ai-chan, ma non oserebbero mai farlo in sua presenza, altrimenti si arrabbierebbe.

Ora era arrabbiata per l’evocazione ed era fermamente contraria alla richiesta del Papa. “Ahh- Ai-chan sta di nuovo dando tutta se stessa……” Speranzosi, alcuni studenti osservarono Aiko-sensei parlare con Ishtar. Ma quando questi rispose, lasciò tutti di pietra.

“Comprendo i vostri sentimenti, però… per il momento è impossibile rimandarvi indietro.”

Calò il silenzio. Era come se il tempo fosse stato congelato. Tutti quanti guardarono Ishtar con espressione interrogativa.

“S-sta scherzando… vero? Voi ci avete evocato, quindi non dovreste essere anche in grado di rimandarci indietro?!”, urlò a squarciagola Aiko-sensei.

“Come prima vi ho già detto, è stato Eht-sama ad evocarvi. Noi umani non abbiamo le abilità magiche necessarie per interferire con un altro mondo. Di conseguenza, è solo Eht-sama che può decidere se riportarvi indietro o meno.”

“M-Ma…”

Aiko-sensei perse le forze e si lasciò cadere sulla sedia, mentre gli studenti scatenarono un putiferio.

“Non c’è modo?! Non possiamo più tornare indietro?”

“No! Fate qualsiasi cosa… ma fatemi tornare a casa!”

“Ma che cazzo…?! Non scherzi sulla guerra!”

“Perché, perché, perché…”

Gli studenti vennero assaliti dal panico. D’altra parte, Hajime era relativamente calmo. Dopotutto era un’otaku, e ne sapeva qualcosa su questo tipo di situazione. Aveva anche anticipato alcune cose, ma non era lo scenario peggiore. Sarebbe stato peggio se fossero stati evocati e resi schiavi.

Ishtar osservò tranquillamente il panico della classe, ove tutti erano in preda all’agitazione, senza alcuna intenzione di tranquillizzarli. No, dietro quell’espressione tranquilla poteva vederci un accenno di disprezzo. Probabilmente si stava chiedendo perché non si rendessero conto dell’onore ricevuto nell’essere scelti da Eht-sama.

Sbang!

Kouki si era alzato e aveva sbattuto il pugno sul tavolo, provocando un forte rumore e attirando l’attenzione. Dopo essersi accertato che lo stessero ascoltando tutti, Kouki cominciò a parlare.

“Ora smettetela! Fare questo casino di fronte a Ishtar-san non serve a niente. Non abbiamo altra scelta… voglio dire, dobbiamo combattere. È un fatto che l’Umanità di questo mondo sia in crisi. Ignorarli dopo che ci stanno pregando di aiutarli? Io non posso farlo. Oltretutto, dato che siamo stati evocati per salvare la razza umana, è possibile che potremo tornare a casa quando ci saremo riusciti… o sbaglio, Ishtar-san?”

“Certamente. Una volta finito tutto, non credo che Eht-sama si opporrà al volere dei nostri salvatori.”

“Tutti noi possediamo poteri speciali, giusto? Fin da quando sono giunto in questo mondo, ho sentito uno strano potere propagarsi per tutto il corpo.”

“Esatto. Grossomodo, ognuno di voi possiede un potere almeno dodici volte superiore a quello di un abitante di questo mondo.”

“In questo caso, combatterò! Salverò l’umanità e tornerò a casa. Indipendentemente dal luogo in cui mi trovo, io salverò tutti!”

Dopo aver fatto quella dichiarazione, Kouki strinse il suo pugno e fece un sorriso a denti stretti. Fu in quel momento che il suo carisma ebbe i suoi effetti. Gli studenti che un minuto fa si erano arresi all’evidenza, poco a poco ritrovarono un po’ di calma e coraggio. La loro espressione da disperata divenne speranzosa mentre guardavano Kouki con occhi pieni di ammirazione. Metà delle ragazze, invece, lo fissarono con occhi pieni di passione.

“Dannazione. Se la metti in questa maniera non posso certo lasciarti andare da solo… combatterò anch’io.”

“Ryutaro…”

“Non sei l’unico… e non posso più restare a guardare… contate pure su di me.”

“Shizuku…”

“Eh, e-ehm, se lo fa Shizuku, proverò anche io a fare del mio meglio!”

“Kaori…”

Anche gli altri tre del gruppo erano d’accordo con Kouki, e non ci volle molto affinché anche il resto della classe si facesse trascinare dallo scorrere degli eventi. Nonostante Aiko-sensei si opponesse con le lacrime agli occhi, si rivelò del tutto inutile.

Come risultato, tutti gli studenti scesero in guerra, anche se non capivano cosa volesse dire. Forse, era un modo per scappare dalla realtà e impedire di cedere alla follia. Mentre formulava questa teoria, Hajime guardò di nascosto Ishtar. Sul suo volto, c’era un’espressione soddisfatta.

Notò anche come Ishtar aveva osservato Kouki mentre stava spiegando la situazione. Molto probabilmente aveva previsto questo finale. Dopotutto, è bastato parlare della crisi in cui si trovava l’umanità per far leva sul forte senso di giustizia di Kouki. Soprattutto quando ha enfatizzato le crudeltà commesse dai demoni. Aveva capito come avrebbe potuto convincere l’intero gruppo.

Molto probabilmente, è una cosa che viene naturale per persone fanatiche come loro. Persone che non sono certo da sottovalutare. Hajime capì che Ishtar era una di quelle a cui doveva stare attento.

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